Maldini dopo l’addio al Milan non dimentica, nuova polemica innescata nei confronti della dirigenza rossonera: dichiarazioni al veleno.
Sono giorni di grande curiosità e fermento nel mondo del calcio. In campo, dove si stanno svolgendo due tornei importanti come gli Europei e la Coppa America, e fuori, con il calciomercato che sta entrando nel vivo. Tra le società più attese in vista della prossima stagione, c’è il Milan, che riparte da Paulo Fonseca in panchina e nella sessione di trattative potrebbe mettere a segno diversi colpi importanti.
Un Milan in cui appare sempre più preminente il ruolo di Zlatan Ibrahimovic, vero e proprio numero due del proprietario Gerry Cardinale. E’ stato lo svedese ad annunciare il nuovo allenatore e a metterci la faccia sul futuro dei big della squadra, garantendo sulla permanenza dei vari Maignan, Theo Hernandez, Leao, anche se in realtà non appare così semplice e ci saranno degli aspetti da chiarire.
Un ruolo però molto ingombrante quello dell’ex attaccante, che non vuole figure altrettanto ingombranti in società, tra la panchina e il resto dello staff. In questo senso, la stoccata di Antonio Conte, da nuovo tecnico del Napoli, è stata piuttosto palese. Il riferimento del pugliese al club milanista che non voleva una figura da manager mancava soltanto dei sottotitoli per essere lampante. E oltre a lui, anche un’altra figura polemizza con il modello dirigenziale del Diavolo.
Paolo Maldini ha ancora il dente avvelenato, eccome. La figura del direttore tecnico è stata importantissima per risollevare i rossoneri dopo anni bui, ma lo scorso anno è stato sancito l’addio, con Cardinale che ha messo alla porta lui e Massara per affidarsi ad altri profili.
Milan, Maldini si scaglia contro Cardinale: cosa ha detto
Maldini torna a parlare e indica uno dei principali limiti del modello di società che si è dato il Milan. Le proprietà straniere, dice, non hanno competenza su determinati aspetti calcistici.
Nel corso del podcast ‘AKOS’, di Luca Gemignani, Maldini non ha nominato Cardinale, ma ha spiegato chiaramente cosa a suo parere dovrebbe fare un proprietario di un club e non ha fatto invece lui. “Bisogna supportare ragazzi molto giovani che si trovano a gestire una pressione molto difficile da sostenere – ha dichiarato – Ma è un problema che non vogliono affrontare e non hanno gli strumenti per farlo. L’importanza di un supporto morale è fondamentale, intangibile come dico sempre io. Non puoi spiegarla ad un proprietario con un foglio excel. Il successo non è una formula magica, chi lo ha avuto lo sa. Ma questo è fuori dalla portata della comprensione di un proprietario“.