Scopri quando riceverai il rimborso del tuo 730! Controlla l’IBAN e le tempistiche: resta aggiornato per ottenere il tuo rimborso in tempo!
I rimborsi fiscali derivanti dai conguagli del 730 possono protrarsi fino a marzo dell’anno successivo per chi non indica un sostituto d’imposta nel modello o in altre situazioni specifiche. Si tratta dei rimborsi dovuti per l’applicazione delle detrazioni e il ricalcolo delle imposte, rispetto a quanto già trattenuto durante l’anno.
La data di accredito dipende dalla tempestività di trasmissione del modello e dalla modalità di invio: se non è indicato un sostituto d’imposta, i rimborsi sono gestiti direttamente dallo Stato e quindi possono arrivare in ritardo, con tempistiche variabili a seconda dell’importo. Scopriamo quando avviene l’accredito dei rimborsi dichiarati, caso per caso.
Come funziona il rimborso del 730?
Se nel modello 730 il contribuente indica un sostituto d’imposta (come il datore di lavoro o l’ente pensionistico), il rimborso viene anticipato direttamente tramite la busta paga o il cedolino pensione, grazie all’intermediazione del sostituto stesso.
Nel caso in cui il contribuente non indichi un sostituto d’imposta nel modello 730, quindi se il datore di lavoro o l’ente pensionistico non fungono da intermediari per il pagamento anticipato dei rimborsi fiscali, il conguaglio (ovvero l’addebito o il rimborso IRPEF) è gestito direttamente dallo Stato, che eroga eventuali rimborsi tramite assegno o accredito su IBAN.
Per i contribuenti senza sostituto d’imposta (o che preferiscono ottenere i crediti direttamente dall’Agenzia delle Entrate anziché tramite il datore di lavoro), l’accredito avviene di norma entro sei mesi dalla scadenza per la trasmissione della dichiarazione (quindi entro marzo dell’anno successivo):
- Per importi fino a 4.000 euro, è previsto l’accredito su IBAN entro dicembre (con la possibilità che per chi ha optato per il bonifico domiciliato, il pagamento slitti fino a gennaio).
- Se l’importo supera i 4.000 euro o il credito deriva da bonus edili che richiedono documentazione specifica, l’accredito può essere posticipato fino a marzo, effettuato tramite bonifico o vaglia.
Chi sceglie la liquidazione dei rimborsi tramite busta paga, li riceve già dal primo cedolino utile. Per crediti di ammontare significativo, però, sono necessari controlli aggiuntivi che possono ritardare l’accredito fino a sei mesi. Per i contribuenti senza un sostituto d’imposta (datore di lavoro o ente pensionistico), i rimborsi sono erogati direttamente dall’Agenzia delle Entrate (utilizzando l’IBAN comunicato o tramite assegno).
Ritardi nei rimborsi, da cosa possono essere causati
Per alcuni contribuenti, come i disoccupati, la scelta di ricevere il rimborso senza un sostituto d’imposta è obbligatoria, mentre altri potrebbero optare per questa modalità per questioni di sicurezza economica, come nel caso di un datore di lavoro in difficoltà finanziaria.
I ritardi possono essere causati da situazioni particolari, come errori nelle coordinate bancarie. Per rimborsi fino a mille euro con IBAN errato, l’Agenzia invia una comunicazione al contribuente per ritirare il rimborso presso uno sportello postale.
Se i rimborsi dovuti dal conguaglio del 730 superano l’importo delle imposte versate tramite ritenuta in busta paga o cedolino pensione, l’eccedenza non viene restituita: l’IRPEF è rimborsata solo fino al limite della capacità fiscale del contribuente.