A volte può capitare di subire una bocciatura ingiusta a scuola, si può provare a farla annullare, ma si deve agire con modalità ben precise.
L’anno scolastico si è ormai concluso, non può che essere tempo di bilanci per tutti gli studenti di ordine e grado. Questa è infatti la fase in cui si tirano le somme e si può capire in base all’esito finale se i sacrifici che sono stati fatti (non è detto che tutti si siano necessariamente impegnati) siano stati ripagati o meno.
La delusione non può che essere forte quando si subisce una bocciatura, specialmente perché si potrebbe avere fatto il possibile affinché tutto andasse per il meglio, ma alcune materie ostiche potrebbero avere impedito un esito positivo. In casi simili a volte si può arrivare addirittura a fare un confronto con un compagno di classe che ha avuto un andamento più o meno simile ma che è stato invece promosso.
Per questo ci si può chiedere cosa abbia influito nella scelta fatta dagli insegnanti. Non tutti accettano in maniera del tutto serena la decisione, c’è chi è convinto espressamente di essere stato vittima di un’ingiustizia ed è pronto quindi a fare il possibile per ottenere un annullamento. È possibile farlo, ma è indispensabile seguire una procedura ben precisa, pur sapendo di non avere la certezza che tutto possa andare come si desidera.
Ha subito una bocciatura ingiusta? Puoi fare ricorso
In genere quando si subisce una bocciatura alla fase di delusione iniziale può subentrare quella in cui si cerca di capire se davvero il verdetto sia meritato o meno. Ci sono genitori che a volte ritengono che un verdetto simile possa essere importante per capire gli errori commessi e provare a migliorare e non ripeterli più. Altri invece possono spalleggiare un figlio e finiscono per essere convinti sia stato vittima di un’ingiustizia. Se si rientra in quest’ultima casistica, fare ricorso è possibile, ma è bene sapere come agire se si vogliono aumentare le possibilità che tutto vada per il meglio.
Si può procedere secondo due modalità, valutando quale sia quella più adatta alla propria situazione. La via più breve consiste nel rivolgersi all’Ufficio Scolastico Regionale, a condizione di muoversi entro 30 giorni da quando si è venuti a sapere della decisione della scuola. L’ente prenderà contatto con l’istituto per ottenere fascicoli, documenti e verbali, così da avere un’idea più precisa del percorso fatto dallo studente, per poi consultare l’Organo di Garanzia Provinciale che gestisce le controversie nel sistema educativo, prima di comunicare il verdetto finale.
Presentare anche una serie di testimonianze che possono giocare a proprio favore (anche di eventuali compagni di classe se se la sentono) e altre prove può risultare davvero fondamentale in questo momento. In alternativa, è possibile presentare ricorso presso il Tribunale Amministrativo Regionale, dove sarà necessario avere il supporto di un avvocato, essendo un Tribunale a tutti gli effetti.
Anche in questo caso certificati e documenti servono, ma non è detto che si agisca in maniera fluida. Il legale, infatti, ha il compito, come accade per ogni causa, di prendere in considerazione ogni aspetto, per questo inviterà l’alunno a capire se davvero ritenga la sua bocciatura ingiusta o se sia “meritata”, quindi frutto di risultati inferiori a quanto dovuto. La tempistica in questo caso consente di agire entro 60 giorni dalla notifica della bocciatura.