«Il vivaio di una società calcistica è un mondo affascinante, delicato e complicato da gestire ma capace di regalare grandi soddisfazioni calcistiche e umane. Un mondo che nel nostro caso gravita attorno al progetto Sassari calcio Latte Dolce. Un mondo che comprende tante figure fra dirigenti, staff e tecnici sino ad arrivare ai bambini ai ragazzi e alle loro famiglie, che rappresentano una delle componenti più importanti. Se dovessi descriverlo lo racconterei come una rappresentazione teatrale in divenire: ogni giorno accade una cosa diversa e la bellezza è data proprio dal fatto che ogni giorno si cambia. I protagonisti, però, sono sempre i ragazzi, quelli che nei momenti di difficoltà ti danno la forza per andare avanti».
A dirlo è il mister del responsabile tecnico del settore giovanile del Latte Dolce, Gabriele Setti che, nonostante il campionato fermo per via delle restrizioni, ha voluto parlare del vivaio della formazione sassarese composto da circa 150 ragazzi. «150 figli – queste le sue parole -. Sei lì per loro ma non devi mai abbassare la guardia. Devi seguirli e non puoi abbandonarli, devi sempre cercare la soluzione giusta. il Settore Giovanile è come una scuola, una palestra in cui l’insegnamento fondamentale è che prima di vincere bisogna anche imparare a perdere. A volte scopri che fra i calciatori in erba le più grosse delusioni emotive scaturiscono dalla sconfitta. Vincere è bello, è un obiettivo da perseguire con l’impegno e l’allenamento, ma a volte incontri chi è più bravo. La sconfitta insegna a superarla, a diventare più forti e crescere. Per questo io e i nostri allenatori lavoriamo soprattutto sulla crescita del ragazzo più che sul risultato meramente numerico. E posso dire che i nostri giovani, in modi tempi e tipologie diverse di crescita, hanno fatto un grosso balzo in avanti. Merito loro, dello staff e della società che punta senza esitazione e con convinzione sui giovani».
Un lavoro proficuo tanto che alcuni di loro sono stati convocati in prima squadra da Stefano Udassi. «L’esempio che faccio sempre a inizio anno – ha rimarcato Setti – è quello dell’orologio: ci sono tantissimi ingranaggi, grandi e piccoli, ma se manca anche solo una microscopica vitina l’orologio si ferma. Questo per dire che ognuno ha un ruolo importante. I valori da trasmettere, quelli che fanno la differenza, sono la coralità, la sintonia e l’identità. A me piace l’idea di creare l’identità di appartenenza dei ragazzi alla società Sassari calcio Latte Dolce, una cosa in stile Barcellona pur con tutte le dovute e necessarie proporzioni. Dobbiamo dare ai nostri ragazzi una mentalità efficace, puntare sull’educazione, invitarli ad avere rispetto. E dobbiamo chiaramente dare una chiara identità di gioco, perché ci piace vedere le squadre che giocano a calcio».
Una suo opinione sulla situazione attuale: «Grazie al professor Alessandro Cozzula che settimanalmente invia ai nostri calciatori schede di lavoro organico e tecnico, anche lontani dal campo riusciamo a stare sul pezzo. Cerchiamo di stimolarli, di far loro capire che prima o poi l’attività ripartirà. Teniamo necessariamente acceso il lume della speranza, fondamentale per i giovani. Io e tutti gli allenatori in questa fase stiamo invitando i ragazzi ad approfittare del momento per concentrarsi con ancora più energia sullo studio. Serve organizzazione per conciliare scuola e calcio, bisogna essere bravi organizzatori perché è sui banchi di scuola che si costruisce il futuro. Il calcio è motore di socialità e maturazione, è chiaramente una opportunità, è un faro che anche in momenti bui come quello che stiamo attraversando ci ricorda che possiamo farcela. E ripartire dai giovani dovrebbe essere una delle priorità di chi decide, in piena sicurezza ma con necessaria lungimiranza».