Freme l’attesa da parte delle società per capire le sorti di questa stagione calcistica. C’è voglia di ripartire, ma anche di farlo in totale sicurezza.
Tra coloro che cercano di capire l’eventuale data di ritorno nei campi di calcio c’è anche il centrocampista del Latte Dolce, Matteo Gadau: Matteo Gadau: «Aspettiamo tutti che chi di dovere prenda le decisioni in modo da capire quale sarà il destino della stagione, nostro e del pallone in generale. Tutti vogliamo ricominciare a vivere la nostra quotidianità, che per un calciatore è fatta di allenamenti e di sfide sul campo».
Il suo pensiero va anche a quanto fatto sino allo stop del torneo, e in caso di sospensione, a quanto potrà succedere in futuro: «Era fondamentale limitare il diffondersi del contagio, preservare la salute delle persone in primis di quelle più a rischio. Questa crisi ha toccato tutti a più livelli, tutti non vediamo l’ora di ripartire. Tutti abbiamo bisogno di ripartire, con responsabilità e in sicurezza. Qualora non si ripartisse si comincerà a programmare la prossima annata».
Come tanti altri, Gadau ha voluto raccontare anche il suo periodo di quarantena forzata: «Ho cercato di viverla con la massima serenità, provando ad occupare le mie giornate. Ne ho approfittato per passare ancora più tempo con la mia famiglia che abita a Stintino, il posto dove sono nato e il posto che mi ha dato sostegno morale in questo periodo di ibernazione vitale. Sostegno avuto semplicemente aprendo le finestre del balcone di casa, respirando l’aria e guardando il mio tanto amato mare. Allenamenti, famiglia, studio e video chiamate con amici e parenti sono state le attività più frequenti».
La sua giornata tipo è fatta di lezioni universitarie online, allenamenti, tempo libero, videogame e televisione: «Del pallone mi manca il vivere lo spogliatoio, preparare i match, affrontare l’avversario e sentire le sensazioni della gara, divertirsi e lavorare con i compagni e lo staff, che diventano nel tempo la tua seconda famiglia».
Il centrocampista dei sassaresi ha anche voluto dire la sua sul calcio dilettantistico in Sardegna: «Credo che stia facendo grossi passi in avanti, valorizzando i giovani sardi e dando attenzione ai ragazzi dei Settori Giovanile, a partire dalla serie D che con il dilettantismo condivide solo l’iniziale dato che le società la programmazione e il lavoro sono da professionisti arrivando alle altre categorie. A parer mio dopo questa emergenza bisognerebbe ripartire puntando anche e soprattutto sui giovani del territorio. Quando il virus sarà solo un ricordo lontano, anche se credo ci vorrà ancora del tempo, immagino si tornerà alla normalità senza distanze e protezioni grazie ad un vaccino. Allora sì che avremo raggiunto l’obbiettivo comune: vincere la partita più importante. Una vittoria di tutti».
Foto: Alessandro Sanna