Anche la pallanuoto sarda cerca di ripartire. Le attività sono ferme per via delle restrizioni ma le società cercano di riprogrammare gli allenamenti. In attesa della ripresa delle gare, la parola è andata al dirigente e allenatore Sesetto Cogoni. «Stracciate vecchi rancori, antipatie, pregiudizi. Affrontate il domani aperti ad ogni suggerimento e confronto, pronti a dare, quanto a ricevere», queste le sue parole.
Per lui un primo traguardo da raggiungere è la qualità del dialogo tra addetti ai lavori: «Dobbiamo sforzarci ad operare con umiltà – ha aggiunto – perché le cose migliori nascono da un confronto paritetico dove nessuno insegna agli altri. Le discussioni, semplicemente, devono vertere sulle esperienze fatte nei vari campi, affinché portino nuove idee ed eventualmente, dopo adeguate sperimentazioni, a modifiche che siano utili all’intero movimento». «Incontrarci nuovamente numerosi e parlare di pallanuoto – queste ancora le sue parole –, sinceramente, con competenza e senza arroganza, sarebbe bellissimo, magari dopo una partita di Campionato Nazionale con tanto di speaker, presentazione ufficiale, colori sul bordo vasca, musica, premiazioni, tabellone, pubblico. E con chicca conclusiva una partita giovanile seguita con tifo educato e grinta da vendere in vasca, assortita da qualche piccolo campioncino che scalpita per conquistare scenari più importanti». Signor Sesetto, tutto questo, forse, è ancora prematuro da poter realizzare «Col tempo si è assistito a graduali trasformazioni. Attualmente è più difficile far lavorare duro i ragazzi, gli allenatori si accontentano di poco e la gavetta è quasi inesistente. Inoltre non ci sono dirigenti nel settore che sappiano inquadrare le problematiche, impostare e condividere linee guida comuni».
Le sue visioni appaiono ragionate..: «Se vuole ne aggiungo altre. Non ci siamo adeguati col marketing. Infatti giochiamo ancora senza che pubblico e atleti conoscano il punteggio o il tempo di gara: Paragonato a ciò che vediamo attualmente in televisione, tutto questo è preistoria! E poi i risultati delle nostre giovanili, misurandosi con i pari età del continente, manifestano un evidente e pesantissimo divario».
Ha avuto modo di leggere le proposte indicate da Marcello Pettinau per il futuro della pallanuoto isolana? Mi sembra che stiate sulle stesse corde vibrazionali: «Ricordando che su mia iniziativa, per sei anni, (sino al 2019), la Promosport ha condiviso la preparazione e le formazioni giovanili con l’Oppidum. Considerando che nella stessa stagione la Promosport si apprestava a disputare gli under 13 con una formazione in collaborazione con Ferrini ed Esperia. Visto che il Comitato Sardo Fin ha recepito la mia proposta di inserire nel campionato under 15 la rappresentativa under 14. Stanti i numerosi colloqui intercorsi con lo stesso Marcello Pettinau per trovare una collaborazione tra le società, direi che quelle idee non mi sono nuove e non posso che condividerle. Partirei però con il coinvolgimento dei dirigenti, affinchè sostengano e supportino queste iniziative. E non scorderei il marketing senza il quale è difficile “vendere” il prodotto». A questo punto è d’obbligo un giudizio sul lavoro che sta portando avanti il Comitato presieduto da Danilo Russu «Sicuramente positivo. Lo reputo un grande lavoro politico per i proficui rapporti con gli Enti. Non dimentico appuntamenti storici come la Coppa Comen o lo stage della Nazionale di Nuoto. I corsi di aggiornamento per allenatori di nuoto, l’allestimento delle rappresentative che si sono confrontate in Penisola. Si sta portando avanti un lavoro che auspicavo già nel 2015. Ma allora, quando scrissi una nota su Facebook, fu contestata aspramente».
Ha particolari suggerimenti da elargire al responsabile federale della pallanuoto sarda Riccardo Toselli per sviluppare al meglio il futuro della Pallanuoto subito dopo il rientro in vasca?: «Con lui mantengo ugualmente contatti costanti. Dai colloqui nascono le idee e non posso dire che sia lui, sia Danilo non siano recettivi. Né che non considerino la mia esperienza. Parlare è facile e, ribadisco, agire meno. Però, visto che devo rispondere, insisto sul marketing dei settori tecnici da effettuare al bordo vasca. Ripresenterò la mia idea di inviare tecnici nelle varie SNF per “seminare” la pallanuoto alla base. Chiederò ancora e poi ancora di lanciare seminari con tecnici federali per costruire una linea d’azione che poi prosegua anche “oltre gli assenti”. E poi a novembre sarebbe bello cominciare il campionato con un calendario tutto nostro che non sia succube del nuoto».
Come sta vivendo la sua società e anche lei in particolare questo stop dettato dalla pandemia?: «A casa. Gli atleti hanno avuto delle schede, si sentono con l’allenatore ma non credo che saranno pronti o quasi a riprendere l’attività. Noi in pratica non abbiamo iniziato: gli under 13, gli under 20 e serie C. Avevamo alle spalle solo qualche partita con gli under 17. Ho molta paura che i ranghi non siano più quelli della partenza ma soprattutto che ci impongano limiti impossibili da rispettare negli impianti».