Prendi una racchetta e una pallina, restringi il campo e aggiungi delle barriere attorno. Questa è la ricetta per il padel. Semplice, fresca, divertente. Un mix originale di ingredienti che hanno dato vita ad una disciplina in grado di cambiare gli orizzonti dello sport contemporaneo in Italia e nel mondo. Il padel è senza dubbio uno sport rivoluzionario tanto giovane quanto straordinario. In circa 50 anni di vita ha saputo promuoversi e diffondersi in tutto il mondo, trovando fortuna prima in Spagna, Argentina, USA, Francia e Brasile.
Scavando nel passato, le sue origini si possono ritrovare in Centro America, di preciso in Messico. Erano gli anni ’70 quando un noto cittadino della buona società messicana decise di creare un campo da tennis nella sua residenza. Sfortunatamente lo spazio non era sufficiente per realizzare un campo da tennis con misure regolamentari. Per questo dovette accontentarsi di un perimetro più piccolo e recintato da una muratura in cemento e rete mettallica che impediva alla palla di uscire al di fuori. Tutto ciò con il passare degli anni da frutto della casualità si è trasformato in un vero successo planetario. Il padel è stato poi esportato all’estero trovando accoglienza e positivo riscontro da parte di milioni di persone nel mondo. L’ascesa di questa disciplina è stata irrefrenabile ed ha trovato terreno fertile anche in Italia all’inizio degli anni ’90.
Il 2020 con le sue difficoltà nel praticare sport di gruppo e di contatto non ha fermato di certo il padel che ha proseguito la stagione professionistica indisturbato e con grande seguito. Il bel paese e in particolare la Sardegna sono stati al centro dei riflettori grazie a due eventi del circuito mondiale organizzati nel capoluogo sardo. Ricordiamo il Sardegna Open dal 6 al 13 settembre e il Cupra FIP Finals dal 16 al 20 dicembre. Due tornei di risonanza internazionale ospitati presso il Palazzetto dello Sport e il Tennis Club di Cagliari. Entrambe le manifestazioni hanno riscosso grande successo e visibilità. Questo ha costituito una grande iniezione di fiducia per la nostra regione che soprattutto in estate è stata oggetto di una cruenta tempesta mediatica legata alla diffusione del Covid. E’ stata l’ennesima dimostrazione di come lo sport può e deve essere un veicolo di promozione del territorio in maniera naturale ed efficace.
<<In un anno difficile – ha spiegato, qualche settimana fa, il presidente della FIP Luigi Carraro – per il mondo dello sport abbiamo confermato la forza della disciplina del padel. Abbiamo giocato, malgrado le restrizioni e il momento di difficoltà, in tutti i continenti: dall’Egitto all’Uruguay, dal Brasile all’Europa, passando per gli Emirati Arabi Uniti. Come Federazione siamo soddisfatti di poter organizzare a Cagliari le Cupra FIP Finals, che chiudono l’esaltante stagione del Cupra FIP Tour>>.
La Sardegna ha quindi dimostrato di essere in prima fila, ospitando e promuovendo questi eventi di livello internazionale. Una scommessa vinta con merito grazie alla collaborazione di diversi enti: NSA Group, FIP, FIT e l’assessorato regionale del turismo. In tutta l’isola si possono contare 9 circoli in cui praticare il padel: a Decimomannu (1), Sassari (2), Cagliari (3), Capoterra (1), Golfo Aranci (1) e Tempio Pausania (1). La sensazione è che questo movimento sportivo possa crescere ancora di più tra entusiasmo e fermento e con la spinta ulteriore delle istituzioni potrà finalmente ricevere la definitiva consacrazione che merita.