Perché negare l’attività in smart working ai 200 educatori che si occupano dei 443 studenti con disabilità delle 23 scuole superiori della Città metropolitana di Cagliari?
A chiederlo è stata la Fp Cgil che chiede l’immediato avvio del progetto. «Dall’inizio dell’emergenza che ha portato alla chiusura delle scuole, sono stati abbandonati proprio i più fragili – ha detto il segretario Giorgio Pintus – e solo grazie alla sensibilità degli educatori in alcuni casi è rimasto vivo il contatto con gli studenti e le famiglie ma si tratta di una relazione che va strutturata, con regole e costanza. Per questo il sindacato chiede all’amministrazione di attivare al più presto l’assistenza educativa da remoto, contattando tutte le famiglie per garantire il servizio almeno da maggio».
Un ulteriore preoccupazione del sindacato è data dal fatto che questi lavoratori sono in cassa integrazione e che, nell’ultima busta paga di marzo, abbiano trovato un compenso che andava dai 100 ai 300 euro. La Cgil ha anche dubbi su quando sarà erogato l’assegno da parte dell’Inps.
«Oltre a denunciare il grave e incomprensibile ritardo – ha aggiunto Pintus – non possiamo non stigmatizzare la superficialità con cui è stata affrontata tutta la fase di emergenza: non basta inviare una comunicazione, che tra l’altro molte famiglie non hanno ricevuto, e poi restare in attesa senza preoccuparsi di verificare, sollecitare e farsi carico seriamente delle difficoltà vissute dagli studenti».
Inoltre, concludono, «delle due cooperative affidatarie dell’appalto, Cosi e Oltrans Service, solo la seconda ha firmato l’accordo con i sindacati per il Fis, ma nonostante l’impegno preso, non ha ancora anticipato il trattamento di integrazione salariale di marzo».