«È incomprensibile il ritardo delle norme attuative dell’intesa firmata il 26 marzo scorso, così come è ingiustificabile la lentezza dell’assessorato del lavoro nelle pratiche della cassa integrazione in deroga, mentre ancora manca la definizione di nuovi provvedimenti per restituire una prospettiva all’intero sistema produttivo».
Lo ribadiscono i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Michele Carrus, Gavino Manca e Francesca Ticca, «che si dicono preoccupati per i tantissimi lavoratori che, a distanza di quasi due mesi dall’inizio dell’emergenza sanitaria, sono esasperati, a casa insieme alle loro famiglie, senza aver ricevuto un solo euro».
«Abbiamo chiesto con forza e ottenuto che venissero recuperate nell’Intesa quadro regionale queste categorie di lavoratori che erano rimasti esclusi dal decreto Cura Italia – hanno detto Carrus, Carta e Ticca -. A distanza di più di un mese non ci sono ancora le delibere attuative: un fatto grave, prima di tutto per le aspettative tradite dei tanti che avevano riposto fiducia in quelle misure, poi perché le Intese, se si firmano, vanno rispettate».
Sulle proposte avanzate per il sostegno al sistema economico e produttivo Cgil, Cisl e Uil «si chiedono se abbiano trovato spazio nel disegno di legge in gestazione». «A noi sembra comprensibile ma poco condivisibile questo approccio – hanno scritto in una lettera inviata al governatore Christian Solinas – soprattutto in relazione al suo impatto sulle finanze regionali e ai possibili effetti discriminatori tra categorie differenti di soggetti interessati (lavoratori autonomi piuttosto che dipendenti) oppure tra tipologie e modalità diverse di svolgimento delle stesse attività economiche coinvolte».
La loro richiesta è quella di accogliere le proposte avanzate lo scorso 10 aprile, come l’utilizzo di strumenti di finanza alternativa, un impegno maggiore della Sfirs in forme partecipative agli investimenti e al capitale d’impresa, l’adozione di un nuovo strumento, il Contratto d’Investimento regionale, per favorire l’attrazione e l’insediamento di attività produttive nel territorio.
«La ripresa dipende anche e soprattutto dal sostegno dato ai redditi e ai consumi, e la necessità di far fronte alle difficoltà economiche dopo la fase emergenziale. Saranno molto importanti – hanno concluso i segretari – programmi di politica attiva come Lavoras o d’intervento sociale come il Reis, che pertanto vanno confermati e potenziati, non certo abbandonati».