Oggi un titolo diverso per la nostra rubrica, dedicata alla cara amica Grazia Deledda per il suo 150 esimo compleanno, la scrittrice nacque il 27 settembre del 1871.
Grazia Maria Cosima Damiana Deledda, nota semplicemente come Grazia Deledda o, in lingua sarda, Gràssia o Gràtzia Deledda, prima donna italiana a vincere il premio Nobel per la letteratura, nasce e cresce a Nuoro in una famiglia benestante, quarta di 7 tra figli e figlie.
Vive in una terra e in un periodo dove purtroppo poco è permesso fare alle donne, viste solo per un unico scopo, quello domestico, e anche per questo terminata la scuola elementare, Grazia è costretta a continuare il suo percorso di studi a casa seguita da un professore privato.
“Cominciai a scrivere così quasi per istinto come l’uccello comincia a cantare,come la farfalla vola, come la sorgente sgorga”!
Possiamo dire quindi quasi con certezza che gran parte della sua formazione, soprattutto letteraria, è stata da autodidatta, mentre la sua famiglia cadeva in pezzi disgrazia dopo disgrazia a causa di una serie di lutti, lei non è si è lasciata intimidire da niente, in una Sardegna chiusa di mentalità, che lasciava alla donna pochissima libertà e non premiava per niente l’ambizione femminile. Grazia, con una determinazione quasi impossibile per una donna di quel periodo, c’è l’ha fatta ed è riuscita a concretizzare il suo sogno più grande quello di diventare una scrittrice.
È giovanissima quando inizia a pubblicare qualche articolo e collaborare con dei giornali, prima Sardi e poi Romani, presentandosi semplicemente così: “Avrò tra poco 20 anni a 30 voglio aver raggiunto il sogno radioso quale è quello di creare da me sola una letteratura completamente ed esclusivamente sarda”.
In ogni suo romanzo o racconto, la protagonista assoluta è infatti la Sardegna, terra aspra, ricca di tradizioni, costumi, regole, tutto è ambientato attorno alla sua Nuoro, al Monte Ortobene, Galtellì, Lollove, e ha continuato a raccontarla anche quando riesce, per lavoro, a trasferirsi a Roma e sposare Palmiro Madesani, un uomo che da subito aveva capito il suo talento letterario.
Oltre che scrittrice e divoratrice di libri, Grazia era un attenta osservatrice, lei sapeva osservare e soprattutto ascoltare ogni storia e aneddoto che le veniva raccontato da parenti e amici prendono così spunto per i suoi scritti. Oltre 30 romanzi, più di 400 racconti, opere teatrali e poesie, dovrebbero bastare per far entrare la Deledda nelle case di tutti o almeno nelle scuole, invece per tantissimi anni è stata ignorata proprio dal suo popolo, mentre è una delle donne più lette e tradotte nel resto del mondo.
Leggere Grazia Deledda è fondamentale, non solo perché è una grande scrittrice ma perché è stata una rivoluzionaria, una donna forte e determinata che è andata contro tutti i pregiudizi ed è riuscita a realizzare i suoi sogni lasciandoci un eredità importante da custodire, dev’essere un esempio per tutti e soprattutto per tutte noi. Non possiamo che ringraziarla per ciò che ci ha lasciato, e per come ha portato in alto la nostra Sardegna, che sicuramente viene così apprezzata da tanti anche grazie a lei.
“Sono nata in Sardegna. La mia famiglia, composta di gente savia ma anche di violenti e di artisti primitivi, aveva autorità e aveva anche biblioteca. Ma quando cominciai a scrivere, a tredici anni, fui contrariata dai miei. Il filosofo ammonisce: se tuo figlio scrive versi, correggilo e mandalo per la strada dei monti; se lo trovi nella poesia la seconda volta, puniscilo ancora; se va per la terza volta, lascialo in pace perché è un poeta. Senza vanità anche a me è capitato così”. Grazia Deledda, discorso premio Nobel a Stoccolma 1927.
Buon compleanno Grazia 💙