Se ci soffermiamo e pensiamo all’anno appena trascorso non ci saranno sicuramente pensieri molto positivi a suo riguardo. Il coronavirus, infatti, non solo ha cambiato drasticamente la vita di ognuno di noi ma ha anche provocato, ancora oggi, tantissimi morti. La perdita che più ha rattristato il mondo della cultura, e non solo, è sicuramente quella di Luis Sepulveda. Lo scrittore che ci insegnò a volare è morto, infatti, il 16 Aprile scorso dopo aver contratto il virus, all’età di 70 anni.
Proprio in suo onere oggi voglio consigliarvi una sua lettura, il suo romanzo d’esordio: “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore”.
Lo scrittore cileno, trovò lo spunto per scrivere il libro dopo una collaborazione che fece con l’UNESCO, per studiare l’impatto dell’occidente sulla popolazione degli Indios, gli Shuar. Il romanzo infatti, molto e breve e lento, è una favola dolce e amara ambientata proprio nella foresta amazzonica.
Il protagonista della storia, Antonio José Bolivar, ci viene subito presentato come un vecchio saggio che per una serie di avvenimenti deciderà di trascorrere gli ultimi anni della sua vita a El Idilio, un piccolo paese con non più di 100 abitanti. Sposato giovanissimo con Dolores, per un’assurda superstizione non riusciranno a metter su famiglia, ecco quindi la decisione di voltare pagina e rifugiarsi nel bel mezzo della foresta coltivando un pezzo di terra. In tutti i modi cercarono di adattarsi a quella nuova vita, anche con l’aiuto della popolazione Indios, gli Shuar, che insegnarono loro non solo tutti i segreti della caccia, della coltivazione della terra ma soprattutto il rispetto della natura. Purtroppo però senza grandi risultati anzi… Dolores non resisterà a quel cambiamento morendo poco dopo di malaria. Antonio invece continuerà a vivere nella foresta e con gli Shuar, ma a distanza di un po’ tempo e per motivi che lo portarono a litigare con il capo degli Indios capisce che, anche se era diventato uno di loro, non poteva mai essere uguale a loro. Le differenze erano troppe. Così si trasferirà a El Idilio nella civiltà dei bianchi in una vecchia capanna con vista fiume, e con un pensiero fisso: decidere se obbedire o no al compito che gli è stato conferito dal sindaco: cacciare e uccidere un felino che, per difendere i suoi cuccioli, sta terrorizzando la razza umana. Quindi decidere se rispettare la natura, come gli hanno insegnato per tanti anni gli Shuar, oppure no.
Per sopportare la vecchiaia, la solitudine, il dolore per la perdita della moglie e l’assurda decisione se uccidere o no l’animale della foresta, il protagonista si dedicherà intensamente, dondolandosi su un’amaca, alla lettura di romanzi d’amore, gli unici ricchi di quella passione che ha sempre ricercato, ma mai trovato, nella sua vita.
“Leggeva lentamente, mettendo insieme le sillabe, mormorandole a mezza voce come se le assaporasse e quando dominava tutta quanta la parola la ripeteva di seguito. Poi faceva lo stesso con la frase completa e così si impadroniva dei sentimenti e delle idee. Il tutto con l’aiuto della lente d’ingrandimento”.
Consiglio il libro perché il titolo da solo vi avvolgerà come una coperta calda.
L’idea di un vecchio saggio che legge romanzi d’amore seduto su un’amaca, con vista fiume, vi trasmetterà da subito una sensazione dolcissima. Perché Sepulveda con questo capolavoro ci lancia un messaggio importante: con estrema semplicità ci parla di quanto sia importante rispettare la natura, le sue leggi e soprattutto i suoi abitanti che siano esseri umani, animali o vegetali. E ci ricorda di come, molto spesso, l’uomo, per soddisfare i suoi bisogni, mette in secondo piano l’ambiente. E infine lo consiglio perché con questa favola, lo scrittore ci insegna che bisogna cercare la propria libertà e serenità ovunque sia e, come per il nostro vecchio Antonio, è possibile ritrovarla nei libri, qualora non siamo più in grado di raggiungerla.
“Sapeva leggere. Fu la scoperta più importante di tutta la sua vita. Sapeva leggere. Possedeva l’antidoto contro il terribile veleno della vecchiaia”. Il vecchio che leggeva romanzi d’amore, Luis Sepulveda.