Riportiamo qui, in questo ultimo venerdì di Quaresima uno stralcio del messaggio scritto dal Vescovo della diocesi Alghero-Bosa Padre Mauro Maria Morfino.
Vi invitiamo a leggere per intero la lettera disponibile nel sito della diocesi e della quale noi riportiamo una brevissima introduzione.
“La Quaresima, per fiorire nella Pasqua, non si trastulla con delle idee, non gioca al ribasso, né staziona sul filo del rasoio negli stili e nelle scelte dis-ordinate, non si nutre di estetismi vagamente spiritualoidi, né si sazia di fumose progettualità di bene. Convertirsi è “morire con Cristo per risuscitare con lui”. È solo questo evento che porta a riformare, a tagliare, a cambiare. A ri-nascere. E ciò non potrà non far male.
In Quaresima dobbiamo far male all’uomo vecchio che ci abita (cf Col 3,9-10). Se non ci asteniamo dal peccato e dall’egoismo, la Quaresima non entra nel cuore. Ma tale assenza sarà preludio certo di un’altra privazione, ben più luttuosa: quella della Pasqua! Tutti quei piccoli o grandi “digiuni” che non ci trasformano interiormente, nel cuore, non fanno fare Pasqua: “Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore vostro Dio”
Anche il cammino quaresimale di questo 2021, non riguarda il fuori, ma il dentro di ciascuno di noi: la sua meta è la Pasqua, vale a dire la promessa di futuro eterno che il Padre continua a donarci in Gesù Cristo. L’esortazione paolina, quasi un grido di allerta, “Lasciatevi riconciliare con Dio!” (2Cor 5,21), richiama ad un qui ed ora, ad una risurrezione che espande, fin dal presente, la sua forza e che tende alla sua pienezza, per la fedeltà di Dio.
In questa Quaresima, ancora così pesantemente segnata dalla pandemia, veniamo reimmersi nella nostra scelta di credere: la sovrabbondanza della Parola e dei segni sacramentali, l’assiduità nella preghiera, nel digiuno e nelle opere buone, ci rimette ogni giorno di fronte all’agire di Dio nella nostra esistenza personale e comunitaria e ci fa fare memoria salutare che ciò che siamo è grazia! Una grazia che strappa dalla passività, che non ci esonera dalla scelta, dal metterci in questione, dall’assunzione di responsabilità.
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Questo è il tempo opportuno per noi cristiani di ascoltare il Signore! Per acquisire una coscienza più nitida, più consapevole del male che ci abita e che può strangolare la gioia e la vita. Chi non ha qualcosa da perdonare, da perdonarsi, da farsi perdonare? Alla spocchia e alla superiorità, devono cedere il passo umiltà e compassione”.
Padre Mauro Maria Morfino