Con i ristoranti chiusi e le restrizioni legate alla zona arancione, il web può salvare le serate e aiutarci a recuperare le tradizioni perdute della pasta fatta in casa, del ritrovarsi attorno ad un tavolo per creare facendo comunità.
Ecco quindi che ieri sera mi sono collegata su facebook per la diretta settimanale di Genna Tours che trasmetteva una Lezione di Cucina. In collegamento c’erano i cuochi Andrea ed Alessio dal nome “goloso” Uomini de Panza il che faceva presagire solo cose buone!
Il menù del giorno era Malloreddus alla Campidanese, un classico della nostra tradizione che però non avevo mai realizzato da me. Mi sono stupita del fatto che ci vuole veramente poco per prepararli, in effetti con un pizzico di sale, 250cl d’acqua e 500g di semola fine puoi sfamare una famiglia di otto persone!
Sembra facile ed è proprio così, quando si cucina è un pò come un artista che crea la sua opera, l’ingrediente più importante è sempre l’amore che ci metti nel realizzarlo.
Prima di tutto abbiamo lavorato la pasta che deve essere morbida, deve assorbire bene l’acqua e deve rimanere compatta, si lavora manualmente sul tavolo -preferibilmente di vero legno – successivamente dopo la lavorazione la si avvolge su un foglio di pellicola e la si lascia riposare.
Mentre la pasta riposava, abbiamo preparato il sugo alla Campidanese.
Nei giorni precedenti la diretta, le ragazze di Genna Tours ci avevano fatto sapere quali ingredienti ci servivano per seguire gli Uomini de Panza durante la preparazione del sugo:
1 Cipolla – 1 Carota – 250g di polpa di salsiccia – 1 bustina di zafferano – 1 barattolo di pomodoro pelato
Avevo già preparato il sugo alla campidanese, ma gli Uomini de Panza l’hanno realizzato in modo parecchio diverso e seguendo la loro modalità, il mio sugo è stato davvero un successo!
Passati i trenta minuti, è arrivato il momento in cui finalmente realizziamo i malloreddus.
Gli Uomini de Panza ci suggeriscono di creare delle strisce di pasta e di tagliarle in piccoli tocchetti. Preso un piccolo tocchetto, lo poggiamo sulla forchetta e lo premiamo delicatamente, in modo tale da lasciare i segni sulla pasta, ed ecco i primi piccoli malloreddus apparire sul mio tavolo: uno, due, tre, dieci, 100! Miracoli della cucina e dell’allegria!
Chiaramente seguire la diretta è il modo migliore per imparare e divertirsi nel mentre. Le numerose persone in diretta hanno partecipato con domande e curiosità e gli Uomini de Panza hanno dimostrato la loro esperienza nell’arte culinaria facendoci sentire comunque a nostro agio e dandoci la possibilità di imparare insieme. D’altronde cosa è l’arte culinaria se non un’esperienza da vivere insieme?
Vi lascio con questa frase di Virginia Woolf: “Non si può pensare bene, amare bene, dormire bene se non si ha mangiato bene.”