“Tra i beni della terra io seleziono, olio, la tua inesauribile pace, la tua essenza verde, il tuo ricolmo tesoro che discende dalle sorgenti dell’Ulivo”.
Così ha elogiato l’olio il poeta cileno Pablo Neruda in una sua composizione in versi. Fin dal tempo delle antiche civiltà, numerosi poeti e scrittori hanno cantato l’olio e molte tradizioni sono legate a questo prezioso dono della natura, da sempre simbolo di pace. Sia l’olio che l’ulivo hanno intrecciato la loro storia con quella dell’uomo da tempi antichissimi. Un prodotto insostituibile che la terra ci offre e che si tramanda di generazione in generazione.
L’odore fruttato, un po’ acre che in questo periodo pervade le nostre campagne ci ricorda che siamo in piena stagione di raccolta delle olive. Il progresso ha fornito mezzi tecnici importanti: scuotitrici meccaniche, piccoli e pratici abbattitori elettrici e reti super funzionali che non sono riusciti però a prendere il posto dell’antica raccolta a mano, lenta e faticosa ma piena di fascino preferita e praticata nei piccoli uliveti familiari.
Ricordo la raccolta “oliva per oliva”, “chicco a chicco” come diceva nonna; si iniziava subito dopo il 2 novembre e si protraeva per tutto il mese. Ricordo con l’acquolina in bocca, il profumo e il sapore delle “bruschette” preparate da nonna con la “prima spremitura” delle olive la sera al caldo davanti al grande camino.
Rivivo ora quel tempo con i miei figli. Tuttora la raccolta delle olive è motivo di ricongiungimento familiare e di grande festa. E’ una vera gioia vedere i nipotini che con vivo entusiasmo ed agilità come scimmiette allegre si arrampicano sugli ulivi secolari della nostra campagna. Fra uno scherzetto, una risata e un canto, lasciano piovere sulle reti quei piccoli frutti d’oro che raccolti e moliti ci daranno l’OLIO.
Olio extra vergine d’oliva, il re della nostra tavola e ingrediente chiave della cucina mediterranea per condire, cucinare, friggere e non solo: non è unicamente il condimento per eccellenza del mangiar sano ma un vero e proprio alimento che arricchisce i nostri piatti di gusto e proprietà nutrizionali. Col suo patrimonio di sostanze antiossidanti combatte inoltre l’invecchiamento cellulare causato dai radicali liberi. Nonna lo usava sulle sue mani screpolate e per nutrire capelli sfibrati e con le doppie punte: i suoi poteri emollienti, idratanti e nutritivi lo rendono prezioso per contrastare secchezze, screpolature ed irritazioni cutanee.
Ma non finisce qui! Nonna lo usava al posto del burro (g.100 di burro = g. 80 di olio) per rendere soffici, leggeri, profumati e più digeribili i suoi dolci. Anch’io con l’olio preparo un ciambellone molto apprezzato da figli e nipoti e quando, al tramonto, terminata la raccolta, lasciamo gli ulivi alla quiete notturna lo assaporiamo con gusto accompagnato da un fumante tè davanti al camino acceso.
Prendo un vasetto di yogurt da 125 grammi che mi servirà anche da dosatore, 2 vasetti di zucchero, 3 di farina, mezzo vasetto d’olio d’oliva, 3 uova e 1 bustina di lievito per dolci. Verso tutti gli ingredienti nella ciotola del piccolo robot da cucina e faccio andare per circa tre/quattro minuti. Quando il composto risulta cremoso, lo verso in uno stampo per dolci. Affogo a raggiera fettine di mela o di pera e cospargo la superficie con un paio di cucchiai di zucchero. Faccio cuocere in forno per 45 minuti a 180°.
Quando compriamo una bottiglia d’olio, quando la poniamo con orgoglio sulla nostra tavola, quando ne irroriamo i nostri cibi, non dimentichiamo il messaggio di PACE che questo immenso dono della natura ci trasmette da tempi immemorabili.