In data odierna in seguito alla pubblicazione della proposta di CNAPI (Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee) contenente il progetto preliminare del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e della documentazione connessa, il centro sinistra e il M5S, primo firmatario Eugenio Lai (LeU), hanno presentato una mozione con richiesta di convocazione urgente del consiglio regionale.“Serve l’unità del popolo sardo e della politica per rispedire al mittente – ha affermato il consigliere regionale del gruppo “LeU Sardigna” Eugenio LAI – l’idea che la Sardegna possa ospitare il deposito di scorie nucleari. Non vogliamo diventare la pattumiera dell’Italia.
“Seppure l’Isola disponga dei requisiti – ed è qui che si manifesta la preoccupazione dei pentastellati – non si può non tenere conto del referendum consultivo popolare regionale riguardante l’installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive. Nel 2011, infatti, con un’affluenza record, i sardi dissero ‘no’ lanciando un messaggio al Governo forte e chiaro. Noi – concludono i parlamentari sardi – siamo fermamente convinti che la volontà popolare, espressa in modo inequivocabile, sia sacra e per questo faremo valere le nostre ragioni di contrarietà in tutte le sedi competenti”.
“L’aver indicato 14 siti in Sardegna tra quelli idonei ad ospitare il deposito di scorie nucleari è già un atto totalmente irrispettoso della volontà dei sardi e purtroppo fa seguito ad una serie di atti e comportamenti del governo che appaiono sempre di più ostili nei confronti della nostra regione e della nostra autonomia. – dichiara consigliere regionale del gruppo Cambiamo UDC Antonello Peru. Questa volta però sembra davvero che si voglia passare il segno, lasciando quasi intendere che la Sardegna possa essere considerata alla stregua di un territorio nel quale si possa fare e decidere quello che si vuole. “Il governo nazionale si metta l’anima in pace: le scorie nucleari non arriveranno mai in Sardegna. Qualsiasi decisione che vada nella direzione opposta scatenerà una risposta istituzionale e popolare che non si è mai vista fino ad oggi” – conclude Peru.
“Il nostro no a qualunque ipotesi veda coinvolta la Sardegna in questa direzione è netto e deciso – dichiarano i Progressisti in Consiglio regionale – Lo abbiamo sempre detto, come cittadini sardi prima e come rappresentanti delle istituzioni poi, lo ribadiamo anche oggi che arriva l’ufficialità da parte del Governo su 14 zone nell’isola potenzialmente idonee a ospitare il deposito nazionale.
La Sardegna si presenta con caratteristiche ambientali uniche il nostro futuro in termini di sviluppo sono l’ambiente e la sua valorizzazione. Sarebbe un controsenso nella regione che paga il costo energetico più alto per imprese e famiglie ospitare depositi di scorie e l’economia turistica e agroalimentare sarebbe indebolita per il danno che nell’immaginario collettivo potrebbe scatenarsi: se il presidente della Regione e la sua Giunta avessero presentato un piano sullo sviluppo in questa direzione, a valere sui fondi europei, oggi saremmo più forti nella richiesta di escludere la Sardegna come deposito di scorie nucleari. Anche perché la carta utilizzata per edulcorare la questione sarà sempre la stessa: incentivi economici e prospettive di benessere. Non è l’idea che abbiamo per la crescita della nostra Isola.
Le cittadine e i cittadini della Sardegna, dai comuni più grandi ai paesi più piccoli, hanno già espresso in numerose occasioni il proprio rifiuto a qualunque teoria di questo tipo, in una regione che ha pagato e paga il prezzo più alto in Italia in termini di presenza di basi militari e tra i più alti per quanto riguarda zone industriali dismesse e mai bonificate. Lo stesso Consiglio regionale ha già votato nel maggio 2019, partendo da una nostra mozione sottoscritta anche da Pd e Leu, un ordine del giorno unitario che sottolinea ancora una volta il no a questa ipotesi. – concludono i Progressisti – Siamo certi che anche in questa occasione la mobilitazione sarà forte”.