Durante un’emergenza è necessario che si risponda con tempistiche rapide, incisive e povere di burocrazia.
Questo il principio che ha spinto questa mattina il gruppo consiliare dei Riformatori sardi – Michele Cossa, Alfonso Marras, Aldo Salaris, Giovanni Antonio Satta – a presentare la mozione per il superamento del codice degli appalti adottato nel 2016 che ha allungato i tempi di realizzazione delle opere pubbliche di un buon 50%.
“Una complicanza normativa inutile e deleteria per l’economia nazionale che ha portato ad un allungamento delle tempistiche in tutto il comparto dei lavori pubblici”, l’hanno definita i consiglieri. Le opere pubbliche oggi hanno una durata dei lavori che va dai 3 ai 14 anni cui si somma il periodo istruttorio delle pratiche.
“In un momento come questo dove per risollevarsi dall’emergenza Covid-19 l’unica via percorribile è l’immissione di denaro in circolazione attraverso l’ammodernamento delle nostre regioni è necessario snellire la burocrazia in linea con le normative europee – ha spiegato Aldo Salaris – La mozione si basa sulla necessità di correggere la stortura relativa alle norme sugli appalti, prima che gli effetti della crisi in corso paralizzino l’economia. “Non si può vedere l’ombra della corruzione ovunque. E’ necessario operare in trasparenza ma con controlli più rapidi e che avvengano in tempi successivi o di pari passo”, sottolinea il consigliere Salaris.
L’iter dell’ambiziosa mozione prevede che dopo l’approvazione in consiglio la si possa presentare alla conferenza delle regioni per poi spingere alla modifica della legge nazionale che dovrà in sostanza recepire le già in uso negli altri stati europei delle direttive. La soluzione normativa per i Riformatori è a portata di mano.
“E’ contenuta nelle tre direttive europee del 2014 che si occupano della materia attuate in modo distorto in Italia dal Codice degli appalti, su cui l’UE ha addirittura aperto un procedimento di infrazione (2018/2273). E’ possibile applicare assieme alle direttive europee il “collaudato” preesistente, e parzialmente in vigore, “Regolamento” (DPR 207/2010), assicurando così senza soluzione di continuità il quadro di regole necessarie e sufficiente, in termini di efficacia e snellezza procedurale, a regolare nell’immediato e nel medio periodo, l’operatività del comparto delle opere pubbliche e delle costruzioni in generale”, come recita il testo della mozione.
“L’altro ieri, alla conclusione dei lavori, è stato illuminato col tricolore il ponte di Genova: per realizzarlo in cosi poco tempo è stato necessario disattendere praticamente tutte le procedure ordinarie, la dimostrazione più evidente che queste non solo non funzionano, ma agiscono da freno. Quello che noi chiediamo è che il modello “ponte di Genova” diventi, il modello normale, non straordinario, degli appalti, pubblici”, ha chiesto Michele Cossa.