In diverse città sarde, come in molte altre città italiane, sono apparsi alcuni camion-vela con manifesti di propaganda contro l’aborto. Sia a livello territoriale che istituzionale è stato espresso un profondo dissenso a questo nuovo attacco alla legge 194/78 che detta le norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza. Legge ottenuta dopo tante battaglie femminili e sottoposta a referendum nel 1981 per tentarne l’abrogazione, fortunatamente non riuscita.
“Stanno circolando anche in tutta la Sardegna i manifesti e i camion-vela noleggiati dall’associazione cattolica Provita & Famiglia Onlus per la sua nuova campagna antiabortista. Nel cartellone pubblicitario una giovane ragazza tiene in mano un cartello con scritto: Il corpo di mio figlio non è il mio corpo, sopprimerlo non è la mia scelta #stopaborto. Come ho già denunciato, si tratta di un messaggio violento, attraverso il quale l’interruzione volontaria di gravidanza viene paragonata a un omicidio e le donne a delle assassine. Oltre al fatto che lede nello specifico la sensibilità di quelle donne che hanno affrontato la difficile scelta di un aborto. Per queste ragioni ho presentato un’interrogazione al Ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia e al Ministro della salute”.
Ad affermarlo è la deputata Paola Deiana del Movimento 5 Stelle che ricorda inoltre “non è la prima volta che l’associazione Provita & Famiglia Onlus utilizza questi tipi di messaggi assolutamente inaccettabili” e oggi in Italia “la donna può richiedere l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) entro i primi 90 giorni di gestazione per motivi di salute, economici, sociali o familiari. Dal 1978 questo intervento è regolamentato dalla legge 22 maggio 1978, n. 194, ottenuta dopo anni di battaglie femministe”.
Nello specifico, la parlamentare chiede ai ministri interrogati “quali interventi, anche di carattere normativo, intendano assumere al fine di regolamentare le campagne di sensibilizzazione di cui in premessa, per prevenire il ripetersi di episodi potenzialmente offensivi per la donna”.
A livello territoriale, ferme e decise sono state le manifestazioni di dissenso nei confronti di una campagna antiabortista shock che usa messaggi deprecabili nei vari slogan.
Ad Alghero la Rete delle Donne di Alghero, che da anni opera sul territorio in aiuto alle donne e in difesa dei diritti femminili, ha espresso con un comunicato la propria denuncia a questo nuovo attacco alla 194. A Nuoro la CGIL Nuoro Ogliastra riafferma con forza il valore di una scelta consapevole e condanna la propaganda in atto contro l’aborto. A Macomer l’associazione Punto Donna ha raccolto in meno di due giorni 116 firme che hanno accompagnato una lettera al sindaco dove esprimono il profondo dissenso in merito ai manifesti dell’associazione Pro vita e famiglia onlus.