Dopo un lungo e travagliato dibattito con 31 voti favorevoli , 19 contrari e un astenuto è stato approvato il Piano Casa. Diverse le misure adottate che hanno infiammato l’animo degli schieramenti durante le 140 ore di sedute in Consiglio Regionale.
Incrementi volumetrici fino al 50% negli alberghi oltre i 300 metri dal mare, abitabilità dei seminterrati e la possibilità di edificare per gli agricoltori professionisti, purché titolari di un ettaro entro i mille metri dal mare; stesse condizioni per gli hobbisti, ma fuori dai mille metri, queste alcune delle novità più importanti.
Salva invece la fascia costiera: all’interno saranno consentite modifiche, con il sistema della demolizione-costruzione, ma senza aumento di cubature e comunque solo a beneficio delle strutture ricettive.
Ferma la condanna delle opposizioni, per il consigliere del M5S, Roberto Li Gioi «E’ una legge che rende abitabili i piani interrati senza finestre e inventa la compravendita dei crediti volumetrici. Un abominio giuridico che grida vendetta».
Contrario anche Antonio Piu (Progressisti). Il consigliere di opposizione ha fortemente criticato il disegno di legge, in particolare, per quanto riguarda gli interventi nell’agro “spunteranno le seconde case vicino alle coste in maniera quantitativamente maggiori rispetto a quelli che abbiamo oggi e, purtroppo, ci sarà da parte dei proprietari delle seconde case vicino alle coste una concorrenza sleale nei confronti delle strutture alberghiere, che invece producono, assumono e fanno sì che nel nostro territorio ci sia e si produca ricchezza».
Per l’on. Ganau (Pd) “questa legge è nata male e finita peggio, mette in campo milioni di metri cubi con un disordine che non si è mai visto in Sardegna nell’urbanistica. Una legge che risponde a interessi particolari ed esautora i comuni dalla possibilità di programmare lo sviluppo dei propri territori. In più mettete a rischio la vita dei cittadini con le residenze dei seminterrati e violentate l’agro con le costruzioni nelle campagne”.
Voto contrario anche da parte di Eugenio Lai (Leu) che ha elencato i motivi del suo giudizio negativo sul testo. Per il consigliere “si tratta di una legge che ha una visione di sviluppo turistico che si basa solo sull’aumento delle camere degli alberghi, che amplia il divario tra i cittadini più ricchi e quelli più poveri e che punta al consumo del suolo e a un modello di sviluppo già fallito in passato”
Facce sorridenti sotto il cielo della maggioranza, andata sotto due volte durante i lavori, seppur con qualche distinguo. Giorgio Oppi (Udc Cambiamo) intervenuto a titolo personale e annunciato il voto favorevole, ha evidenziato che non gli è piaciuto il metodo utilizzato per arrivare a questa legge. Ha evidenziato che il suo gruppo si è sempre battuto perché venissero tutelati gli interessi generali, mentre in questo testo ci sono interessi particolari. Oppi ha anche aggiunto che nel testo vede luci e ombre e che, seppur la legge è stata migliorata, non sarà una legge eccellente.
Per Aldo Salaris (capogruppo Riformatori) si tratta di un provvedimento generale che ha avuto la necessità di un confronto ampio e minuzioso. Un testo improntato alla riqualificazione dell’esistente, comune denominatore di questo testo. Per Salaris è stato così chiarito che la maggioranza ha la volontà di tutelare l’ambiente della Sardegna, creando anche opportunità di sviluppo per l’Isola.
Voto favorevole è stato dichiarato da Emanuele Cera (FI) secondo cui: “La paventata cementificazione – ha detto – non c’è stata”. Per Cera questo testo creerà importanti opportunità di sviluppo per il lavoro degli artigiani, per il settore turistico e per il comparto edilizio.
Dario Giagoni, capogruppo della Lega Sardegna ha invece affermato «Il nostro gruppo ha contribuito a dare migliorie a questa legge, frutto dell’ascolto prolungato delle parti sociali. A dispetto di quanto ho letto su alcuni giornali, la maggioranza è salda e unita nel solo bene dei sardi e le nostre divergenze sono assolutamente sanabili in un contesto dove non vige il pensiero unico. Queste norme erano richieste, le avevamo promesse e le abbiamo mantenute. Siamo all’avvio della nuova legge urbanistica, sarà questo il prossimo passo. Alla sinistra dico che noi, a differenza loro, non siamo contrari allo sviluppo e all’economia».
Pronte alla controffensiva popolare le associazioni ambientaliste secondo le quali “altro cemento sulle coste non vuol dire turismo, significa solo degrado ambientale e perdita di attrattiva. In realtà, per migliorare l’offerta turistica sembrano prioritarie altre iniziative – continuano gli ambientalisti – a iniziare dal radicale miglioramento dei collegamenti aerei e navali in regime di continuità territoriale o comunque attraverso meccanismi di abbattimento dei costi per i non residenti, continuando con una politica efficace delle aree naturali protette e dei beni culturali per ampliare offerta e stagione turistica”, concludono gli esponenti delle associazioni.