Il sindaco di Nuoro Andrea Soddu, condividendo ciò con l’intera maggioranza di governo municipale, attacca duramente il consiglio regionale a seguito dell’emendamento alla legge 2 del 2016, proponente Deriu, contenuto nel ddl 107 inerente il mega staff, che intende sostituire il Consorzio Universitario e il Consorzio per la pubblica lettura “Sebastiano Satta” a vantaggio di due confuse ed ipotetiche fondazioni la cui governance sarà in capo alla Regione, con l’ingresso degli atenei di Cagliari e di Sassari, peraltro già partner dell’attuale Consorzio universitario.
Per il primo cittadino nuorese si tratta di un tentativo di «furto con destrezza, sicuramente illegittimo sotto il profilo giuridico ed è scorretto sotto il punto di vista politico. Un pessimo provvedimento e un pesante attacco agli enti locali. L’emendamento approvato a scrutinio segreto da quasi tutti i consiglieri regionali rappresenta un grosso sgarbo istituzionale non tanto alla nostra città ma a tutto il sistema degli enti locali della Sardegna, una decisione presa senza il minimo coinvolgimento del Comune e della Provincia che quei consorzi hanno ideato, fondato e portato avanti nella loro piena autonomia. Né in alcun modo sono stati coinvolti gli organismi rappresentativi delle autonomie locali, Cal e Anci».
«Si tratta dell’ennesima dimostrazione, da un lato, di inutile accentramento in capo alla Regione di enti che debbono essere governati secondo il principio di sussidiarietà ed in autonomia dalla comunità locali attraverso gli organi democraticamente eletti che sono appunto i Comuni e, dall’altro, dell’ennesimo smantellamento per il centro Sardegna. La Regione deve essere un ente di programmazione indirizzo e controllo e non un ente di gestione delle funzioni locali nei territori. Così si continuano a svuotare i territori di poteri decisionali, risorse e competenze. Era un tentativo di scippo che andava avanti da tanti anni ed adesso ha trovato il terreno fertile nella contestatissima legge sulle nomine. E ciò in spregio alla comunità locale che ha fatto scelte politiche altre, confermando fiducia all’amministrazione Soddu. Il Consiglio Regionale ieri si è impossessato in maniera arbitraria di due istituzioni culturali storiche autoassegnandosi il loro diretto controllo senza peraltro dotare il provvedimento di nessuna dotazione finanziaria, senza aggiungere un euro in più. E ciò proprio dopo che il Comune e la Provincia di Nuoro hanno investito milioni di euro della programmazione territoriale per rafforzare la filiera culturale ed universitaria nel nostro territorio. Sarebbe a dire che le risorse restano le stesse ma vengono amministrate direttamente da Cagliari. Un grande segnale di sfiducia nei confronti degli enti locali e delle loro classi dirigenti che nell’emendamento alla legge sugli Enti Locali vengono sostanzialmente tagliate fuori e descritte come bisognose di avere dei tutor. Le nostre istituzioni culturali non hanno bisogno di un consiglio di amministrazione presieduto da un mandatario della Regione.
Le zone interne della Sardegna e le comunità locali hanno bisogno di attenzione, energie e risorse. Hanno bisogno di servizi di qualità, di crescita economica e culturale, di autodeterminazione nelle priorità e nel dare risposte ai bisogni. Non hanno certo bisogno di essere “colonizzate” dalla Regione. Pretendiamo che gli enti debbano rimanere nei territori dove si esplicano le funzioni. Con tutte le forze ci opporremo a questo ennesimo scippo a danno del nostro territorio».