“Le nuove restrizioni in Sardegna sono le conseguenze inevitabili della mancata attuazione da parte della Regione del Piano di riorganizzazione delle terapie intensive previsto dal Decreto rilancio del Governo”.
Lo sostiene la deputata M5S, Mara Lapia, che in aula ha riportato l’attenzione su una delle principali criticità riscontrate a livello nazionale in queste ultime settimane di contrasto al Covid 19: su questo argomento ha interrogato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, che ha sostituito il suo collega, il ministro agli Affari regionali, Francesco Boccia. Lo ha fatto nel corso del Question time che si è tenuto mercoledì pomeriggio a Montecitorio.
“L’evolversi della situazione epidemiologica determina il serio rischio di superare una soglia accettabile, per la tenuta del Sistema sanitario nazionale, nell’occupazione delle terapie intensive da parte di pazienti Covid-19. La soglia di sicurezza di posti letto di terapie intensiva – ha sottolineato la parlamentare – è di 14 per 100mila abitanti mentre attualmente, in Italia, i posti di terapia intensiva sembra che siano 10,6 per 100mila abitanti”.
Un dato significavo e preoccupato che ha richiesto un intervento alla Camera dei deputati.
“A che punto è il Piano di riorganizzazione delle terapie intensive affidato alle Regioni? A che punto è – ha chiesto la deputata -, l’attivazione dei nuovi posti letto sul territorio nazionale e che grazie al Decreto rilancio, il quale programmava 3.553 posti aggiuntivi, dovrebbero arrivare, oggi, a circa 9.000 posti?”.
Il ministro D’Incà ha puntualmente riferito in aula che, a fronte dei 8288 posti in terapia intensiva previsti dal Decreto rilancio del maggio scorso, le Regioni ne hanno attivati, complessivamente, solo 6628.
Le criticità rilevate riguardano anche la regione Sardegna dove, negli ultimi giorni, si è registrata una preoccupante impennata dei contagi e un aumento dei ricoveri, molti dei quali nelle terapie intensive di ospedali sull’orlo del collasso.
“In questo momento, oltre ai dati nazionali riferiti con precisione dal ministro, sarebbe importante sapere quanti sono i posti letto aggiuntivi attivati dalla Regione Sardegna negli ospedali Covid dell’Isola” ha sottolineato la parlamentare. Lapia, nel corso del suo intervento, ha ricordato che il decreto prevedeva che fossero proprio le Regioni, tramite un apposito piano di riorganizzazione, a garantire l’incremento dei posti letto.
“Le stesse Regioni – ha specificato -, entro trenta giorni dall’entrata in vigore del decreto, dovevano presentare un Piano di riorganizzazione al Ministero della salute per l’approvazione, a seguito della quale, considerata l’urgenza, le risorse necessarie sono state trasferite al Commissario straordinario e ripartite a livello regionale”.
I dati sull’attivazione di posti letto aggiuntivi, così come riferito dal ministro D’Incà sono sensibilmente inferiori e riguardano numerose regioni del nostro paese, Sardegna inclusa. “Questo – ha ribadito la deputata – a fronte del fatto che la struttura del Commissario per l’emergenza, nei mesi scorsi, abbia inviato alle Regioni 3.059 ventilatori polmonari per le terapie intensive e 1.429 per le sub intensive. Si sta andando verso un nuovo lockdown: la regione Sardegna deve assumersi le proprie responsabilità”.