Le attrezzature sanitarie e le sale sono pronte, la burocrazia ha quasi completato il suo iter e l’accreditamento è la procedura di accreditamento è corso. Nella prima fase della pandemia la terapia semi-intensiva di Alghero pare dovesse divenire realtà nell’arco di una settimana ma, quando si è scelto di dedicare all’emergenza Covid-19 l’ospedale di Sassari e il Mater Olbia per il nord Sardegna e i nosocomi sono riusciti a gestire, fortunatamente, emergenze coronavirus e non, i tempi si sono allungati. Il fatto certo è che Alghero e Ozieri avranno la loro terapia semi-intensiva, ma devono aspettare l’accreditamento, come recita la delibera regionale e al momento gli accreditamenti da parte del ministero per terapie intensive no Covid sono bloccati fino al termine della pandemia.
Alghero: terapia intensiva polemica sulle tempistiche ma dal 16 maggio nuovo medico

“L’incertezza sta nei tempi – spiegano i consiglieri d’opposizione del comune di Alghero in una nota – ma tra Ozieri e Alghero ci sono almeno tre differenze”.
Il riepilogo dell’iter dell’ospedale di Alghero scritto dall’opposizione sottolinea che la terapia intensiva per la cittadina catalana era sulla carta fin dal piano sanitario del 2005 ed il reparto è stato finanziato con delibera dell’agosto 2006, ormai quindici anni orsono. “Ozieri entra in campo ora – sottolinea la nota del centrosinistra cittadino – Il centro del Goceano, pur arrivato dopo è pronto per aprire, con arredi e risorse umane comprese. Ozieri inoltre – proseguono – si batte in maniera unitaria e ha fretta di aprire un reparto fondamentale. Invece, chi amministra Alghero e chi ha potere nel capo di sotto, non ottiene personale e arredi per l’unità del Civile e sembra strizzare politicamente l’occhiolino a quei dirigenti che, contendendosi gli anestesisti tra Marino e Civile, mantengono praticamente chiuse le sale operatorie di entrambi gli ospedali e allontanano l’apertura della terapia intensiva”.
Alle richieste di chiarimento da parte del centro sinistra algherese risponde il presidente del consiglio regionale Michele Pais che aveva visitato durante la prima fase di emergenza l’ospedale civile per appurare lo stato delle sale di terapia semi-intensiva ancora da terminare.
“Il piano di emergenza della pandemia prevedeva che l’ospedale civile di Alghero fosse a disposizione come punto emergenza no Covid – spiega il presidente Pais – fortunatamente la situazione ipotizzata inizialmente non si è verificata. Sassari è riuscita a gestire tutto, ma nel frattempo si è comunque andati avanti con l’implementazione del reparto anche sulla spinta dell’emergenza affinché fosse tutto pronto per l’apertura. Ora – prosegue Michele Pais – con la curva discendente la fase di allarme è passata e stiamo lavorando all’accreditamento con le procedure ordinarie in attesa che siano riattivate dal ministero. Non c’è nessuna contrapposizione tra Alghero e Ozieri, che, anzi, stanno procedendo parallelamente per garantire e livelli di assistenza di qualità nei due territori e nell’intera provincia di Sassari. Stiamo uniti in queste battaglie senza inutili e dannosi campanilismi”, conclude il presidente Pais.
Nel frattempo stando alle carte dell’Ats gli acquisti delle attrezzature tecnologiche mancanti sono stati fatti e Alghero ha completato la quasi totalità degli obblighi burocratici passando da terapia semi-intensiva a intensiva con 6 posti letto. Il 16 maggio entrerà in servizio il dottor Raselli, nuovo medico proveniente dal San Camillo di Roma che in attesa dell’apertura del nuovo reparto andrà ad implementare il reparto di anestesia.

Erika Pirina
Quando ho iniziato questa professione portavo ancora gli anfibi ai piedi. Oggi sono una ciclogiornalista al servizio del territorio
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