Negli ultimi giorni rimbomba su tutti i canali di informazione la notizia delle indagini sul figlio di Grillo per un presunto atto di stupro nei confronti di una ragazza durante una vacanza in Sardegna. Ora, se non fosse che l’accusato è figlio di Beppe Grillo probabilmente non ci sarebbe tutta questa importanza mediatica, accesa anche dalle dichiarazioni infuocate dello stesso personaggio politico conosciuto per i suoi toni non sempre pacati. Saranno le indagini a fare luce sulla colpevolezza o meno del ragazzo e dei suoi suoi amici.
Episodi di questo tipo succedono sicuramente più spesso di quanto noi stessi stentiamo a credere. Spesso minorenni vengono abusate e non parlano, per paura, per vergogna di essere additate come delle poco di buono. Perché, nonostante tutto, esiste ancora una grande cultura maschilista che vede l’uomo come dominatore sulla donna. È proprio questo il punto di discussione.
Parlando con alcuni adolescenti di questi fatti mi è stato detto: “A volte sono le ragazze che provocano, con i loro atteggiamenti e con il loro modo di vestire”. Sto in silenzio, rimango basita nel pensare che ancora un pantaloncino troppo corto o una maglia scollata possa stimolare istinti animali. Capisco le età, capisco gli ormoni ma non digerisco la mancanza di rispetto.
Sbaglia la ragazzina “libertina” o sbaglia il maschietto che si crede capace di qualsiasi gesto solo perché il suo autocontrollo si perde nei meandri di un concetto di nudità obsoleto e malato?
A questo punto cerco delle risposte andando alla radice del problema. Chiedo ad alcuni genitori. Le risposte sono diverse, a seconda che ognuno abbia il figlio maschio o femmina. Si tende sempre un po’ a difendere i propri figli “ogni scarafone è bell’ a mamma soja”.
“Ogni genitore dovrebbe controllare i propri ragazzi”- asserisce una mamma – “certo è che non si può mettere un Gps ai propri figli per sempre e non si può neanche entrare nella testa di tutti” – aggiunge un’altra – Io conosco una situazione in cui un ragazzo è stato infamato con un’accusa di violenza sessuale da parte di una persona che voleva vendicarsi di lui per altri fatti”.
Nel calderone della vita si trova di tutto, per questo esistono le indagini.
La risposta più soddisfacente in questo dibattito arriva da un papà: “Io penso che non c’entrino gli ormoni o gli atteggiamenti provocatori di nessuno dei due sessi. Io sono convinto che tutto sia contenuto nel modello educativo che quel minore o quel maggiorenne ha ricevuto in famiglia. Se da piccolo ti insegnano il rispetto per il prossimo, donna o maschio che sia, nudo o vestito, il resto è patologia. E i genitori che intravedono un’azione diversa non devono difendere i figli, ma aiutarli, anche se questo dovesse significare denunciare”.