I dati FNOMCEO parlano chiaro: sotto i 65 anni le donne medico sono il 52,72%,sotto i 40 anni le donne costituiscono quasi il 60%, e, tra i 30 e i 39 anni, arrivano quasi a ‘doppiare’ gli uomini. Inoltre circa l’80% degli operatori sanitari è costituito da donne. Le Unità Speciali Continuità Assistenziale per la gestione Covid – USCA – del distretto di Sassari sono formate da 7 medici di cui 5 donne e 4 infermiere. Inutile quindi rimarcare che la sanità isola si regge sulle donne. Eppure..
“Sconcerto e stupore ha suscitato l’assenza di donne fra i 19 partecipanti alla tavola rotonda, svoltasi oggi alla sala convegni della provincia di Sassari dal titolo ‘La quiete dopo la tempesta: allerta sto!’, per fare il punto sulla situazione dell’emergenza sanitaria a Sassari e per affrontare le tematiche relative alla programmazione sanitaria territoriale e ospedaliera, nella fase 2 dell’emergenza Covid 19 – commenta Rita Nonnis responsabile del dipartimento Salute Coordinamento 3, componente del CUG della AOU di Sassari – Altrettanto stupore per la presenza su 40 invitati complessivi di una sola donna, la consigliera regionale Desirèe Manca”.
“Il Convegno, di cui si è avuta notizia dalla stampa in data odierna- ha sottolineato Francesca Ruggiu medica dell’USCA di Nuoro e componente del dipartimento Salute Coordinamento 3 – era riservato ai soli invitati “privilegiati”, senza neanche una diretta streaming. Per quanto è dato sapere: in tutto 41 persone tra consiglieri regionali, medici, professori universitari, sindaco, vescovo, presidente di società sportiva e con la presenza di una sola donna”.
Una Tavola rotonda – proseguono dal Coordinamento – che è lo specchio di una società dove l’apporto delle donne viene disdegnato, preferendo rinchiudersi in una cerchia di pochi eletti, tutta al maschile, autoreferenziale e senza alcun confronto con le parti sociali. Non solo le donne hanno avuto il carico maggiore come operatrici sanitarie, ma le donne sono anche quelle che hanno avuto il carico maggiore di tutti i problemi derivanti dalla pandemia, a partire da tutte le problematiche relative alla gestione familiare con scuole, asili e università chiuse.
“Ci chiediamo – ha sottolineato Speranza Piredda, viceprimaria di Ostetricia all’Ospedale di Alghero e componente del dipartimento Salute Coord 3 – come mai non siano state coinvolte le donne, parte fondamentale e indispensabile per la ricostruzione e la buona riuscita della riorganizzazione della nostra sanità, dopo la più grave emergenza di tutti i tempi, dal dopoguerra a oggi: e invece, ancora una volta ci troviamo di fronte alla necessità di dover alzare la voce sui temi della rappresentanza di genere, come fatto esiziale e ineludibile, per una gestione efficace della crisi e per il benessere dell’intera società”.
“Non è certo con l’esclusione delle parti sociali e con la discriminazione delle donne, asse portante e non riconosciuto, vista l’esigua presenza delle donne in posizioni apicali, che Sassari può rilanciare una Sanità moderna, né può ardire a costruire una organizzazione sanitaria capace di intercettare e affrontare i problemi vecchi e nuovi: senza le donne non c’è ripartenza, senza le donne non c’è futuro”, ha inoltre aggiunto Rita Nonnis.
” Forse è anche per l’assenza di consulenti ed esperte donne, che al convegno di Sassari non si è data alcuna rilevanza ad un aspetto fondamentale della salute, quella psicologica, gravemente compromessa in questa emergenza sanitaria e sociale. Eppure l’Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi della Sardegna ha ripetutamente lanciato l’allarme”, ha inoltre concluso Grazia Toccu, componente del CUG Università di Sassari ed esponente di Coordinamento3.