“Lo Statuto dei lavoratori, la legge n.300 del 20 maggio 1970, compie 50 anni. In un momento tra i più difficili per l’Italia, a causa dell’emergenza sanitaria e per le conseguenze sul mondo produttivo, sul lavoro e sui cittadini è utile riflettere su questo anniversario per quello che ha rappresentato per i lavoratori e per l’intero Paese, ma anche per costruire un percorso che ne rafforzi e ne integri i contenuti alla luce dei cambiamenti nel frattempo intervenuti nell’economia e nel mercato del lavoro.
Lo Statuto evidenzia il ruolo e la forza delle lotte dei lavoratori in un decennio che va dal boom economico del Paese sino appunto all’approvazione della legge 300 il 20 maggio del 1970. Esso sancisce definitivamente la cittadinanza sindacale nel mondo del lavoro anche sul versante giuridico, in osservanza dei principi costituzionali e come garanzia della causa dei lavoratori, in supporto al principio della contrattazione come dimensione primaria della tutela sindacale.
Un aspetto fondamentale dello Statuto riguarda senz’altro il principio della libertà e del suo esercizio, dunque il diritto alla libera manifestazione del proprio pensiero, la libertà e il diritto di associarsi in un sindacato e di svolgere attività sindacale, il divieto dei sindacati di comodo, la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, il divieto dei controlli a distanza con strumenti tecnologici.
La nostra attenzione va oggi rivolta all’insieme del mercato del lavoro, attraverso uno Statuto dei lavori che, integrando ed innovando le conquiste e le tutele della legge 300, accompagni ed assista le nuove forme e specializzazioni del mercato del lavoro, garantendo l’offerta di tutele e servizi insieme alle prestazioni erogate dalla bilateralità.
Ma è proprio l’attuale situazione di emergenza sanitaria e produttiva a imporre una riflessione che va oltre il presente per affrontare la cittadinanza sindacale e i diritti dei lavoratori in un’ottica più rispondente alla globalizzazione dell’economia, alle sempre più ricorrenti emerge produttive e sanitarie, alla delocalizzazione delle aziende, a una diseguale distribuzione della ricchezza e a una contestuale e lunga fase che alterna recessione e bassa accumulazione di ricchezza.
Aspetti che richiamano una riflessione e una iniziativa sui nuovi diritti di cittadinanza del lavoro e nel lavoro. Ricordare i cinquanta anni dello Statuto dei lavoratori implica quindi senz’altro una riflessione storica, ma è soprattutto una occasione per costruire nuove opportunità e conquiste per i lavoratori e per il Paese.