Il consigliere dei Progressisti Francesco Agus, all’indomani della raccolta firme, dell’allarme e della battaglia per l’election day portata avanti dal candidato sindaco per Quartu Sant’Elena Graziano Milia che con una sorta di countdown ha cercato di sollecitare il consiglio regionale e la pubblica opinione a modificare il – “pasticcio amministrativo” come lo definisce il consigliere Agus – fino all’ultimo giorno utile del 27 luglio, invia una nota per segnalare le problematiche legislative createsi attorno alla legge che indice il periodo elettorale.
“Esiste una legge regionale, la n.13 del 5 maggio 2020, che ha stabilito che in deroga alle normative vigenti, il turno delle elezioni amministrative 2020 si debba tenere ‘ in una domenica compresa tra il 24 ottobre e il 29 novembre 2020’ – scrive Francesco Agus nella sua nota – Esiste poi una legge nazionale, la n.59 del 2020, che convertendo in legge il DL 26/2020 lo ha così modificato: (Art.1 lett. b) (…) “le elezioni dei consigli comunali previste per il turno annuale ordinario si tengono in una domenica e nel lunedì successivo tra il 15 settembre e il 15 dicembre 2020”; Coerentemente con questa disposizione a livello statale sono già state scelte le data del 20 e del 21 settembre per la celebrazione del turno elettorale”.
“La Giunta regionale avrebbe potuto fare diverse cose – prosegue il consigliere Agus rimarcando quanto detto dalla coalizione Milia più volte – avrebbe potuto, in virtù della straordinaria emergenza epidemiologica, applicare la Legge statale e fissare come date per le elezioni quelle di domenica 20 e lunedì 21 settembre,le stesse previste per il referendum e per le supplettive facendo così risparmiare alle casse pubbliche oltre 9 milioni di euro. In subordine, dato il totale disinteresse per il risparmio del denaro pubblico e il contenimento del rischio di contagio dimostrato in ogni sua scelta dalla Giunta regionale, potrebbe applicare la legge regionale e scegliere “una domenica compresa tra il 24 ottobre e il 29 novembre 2020”.
“Una cosa non può fare – sottolinea il consigliere progressista – quello che sta facendo. Ovvero fare un mix arbitrario della norma statale e di quella regionale e convocare i comizi per due giorni, domenica e lunedì come previsto dalla norma dello Stato, all’interno della finestra stabilità dalla legge regionale che invece impone il voto solo domenica. Un minestrone. Un pasticcio. Un errore grave. Una decisione simile, al netto di una modifica immediata della legge regionale, esporrebbe le imminenti elezioni amministrative al rischio di ricorsi e impugnazioni, contribuendo in questo modo ad aumentare l’instabilità del sistema degli enti locali sardi. Consigliamo alla Giunta di adoperarsi nella scrittura di leggi chiare, inoppugnabili e tese al contenimento della spesa pubblica. O quantomeno di esimersi dal presentarne di altre platealmente sbagliate: la gran parte delle norme approvate dalla maggioranza di centrodestra sono state oggetto di impugnazione. Altre, pur non impugnate, non hanno avuto alcun effetto perché considerate inapplicabili dagli stessi uffici della Regione. Sarebbe grave se a questo elenco dovesse aggiungersi anche questa e, a causa di errori gravi quanto evitabili, fosse leso il diritto delle comunità di eleggere i propri rappresentanti.”