Quest’anno la pandemia ha negato gli abbracci, i baci, le tavolate con amici e parenti, le gite, i viaggi e i giochi collettivi, ma non toccherà le figure tradizionali come il barbuto pancione di rosso vestito e la vecchina generosa a cavallo della scopa. I bambini potranno tuffarsi nella fiaba e la tradizione sarà rispettata. Una deroga alle norme restrittive anticovid permetterà loro di effettuare il lavoro di distribuzione di regali e di allegria. Sarà, come sempre, un periodo di accoglienza, attesa, promesse e gioia!
Sono molti i personaggi che popolano questo periodo e che girano portando regali, naturalmente solo ai più buoni, a chi si è ben comportato durante l’anno; chi non l’ha fatto riceve invece cenere e carbone come monito per l’anno prossimo.
Si comincia il 6 dicembre con San Nicola, molto diffuso a Bari e nel Nord Europa. Già nel medioevo ci si scambiava doni in quel giorno, il giorno del santo protettore dei bambini perché, in vita, era solito regalare soldi e cibo e prendersi cura dei piccoli. Arriva a cavallo dalla Turchia e, per sfamare il suo destriero, i bambini lasciano paglia, carote e zuccherini dove poi troveranno i doni.
Il 13 dicembre è la volta di Santa Lucia, giorno che, prima dell’introduzione del calendario gregoriano, coincideva con il solstizio d’inverno. Da qui il detto “Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia”. Lei galoppa su di un asino, viene da Siracusa e porta dolci e giocattoli ai bambini che lasciano per lei e il suo asino, arance, caffè e mezzo bicchiere di vino rosso.
Dal punto di vista cristiano, il protagonista è Gesù Bambino che nasce nella notte fra il 24 e il 25 dicembre. I festeggiamenti pagani degli antichi romani in onore di Saturno si svolgevano in questo periodo dell’anno fino al 300, quando la religione ufficiale dell’Impero Romano divenne il cristianesimo e il Natale diventa la festa più importante d’Europa. Anche Gesù Bambino, presso la mangiatoia dove nasce, in povertà e al freddo, lascia regali ai più piccoli. Nei secoli infatti, la ricorrenza religiosa della nascita di Cristo raccoglie nuovamente usanze pagane e muta a seconda del momento storico, fino ai nostri tempi quando sembra perdere in parte gli aspetti cristiani e si trasforma nell’apoteosi del consumismo.
La figura imponente di Babbo Natale, più recente, frutto di sovrapposizioni di diversi personaggi, arriva invece su di una slitta colorata e sonante trainata da renne con regali per tutti. L’immagine attuale di questo simpatico personaggio è da attribuire alla Coca Cola (!) che decise, per la sua pubblicità del 1931, di raffiguralo vecchio, pancione, con barba lunga e capelli bianchi, totalmente vestito di rosso come il colore dell’etichetta sulle bottiglie della famosa bibita gasata.
Per finire e per chiudere questo periodo di festa, arriva la Befana, “di notte e con le scarpe tutte rotte”. E’ una vecchina simpatica, raffigurata con il naso lungo, il mento aguzzo e vestiti laceri che, a cavallo di una scopa, fa cadere nel camino giocattoli, dolci, frutta per tutti i bambini. Beve il caffè, mangia un boccone lasciatole perché si ristori e sparisce nella notte fino all’anno prossimo. La leggenda narra che i tre Re Magi, provenienti dal lontano oriente, non riuscendo a trovare la strada per la stalla della natività, chiesero informazioni ad una vecchietta che però non li accompagnò. Pentita, si mise in cammino con un cesto di dolcetti e bussò ad ogni porta, regalandone ad ogni bambino nella speranza che uno di loro fosse proprio Gesù!
Fra le figure che popolano questo periodo natalizio, è quella più legata alle antiche radici alla nostra autentica identità culturale. E’ povera, con mezzi inadeguati, è vecchia, saggia, dispensa regali utili e semplici e ramanzine per gli inevitabili capricci di tutti sotto forma di cenere e carbone.
BUONE FESTE!