1) Presidente Deiana, un suo giudizio su questo primo anno di giunta Solinas.
«Il mio compito non è quello di dare voti né pagelle; il mio compito è il dialogo fra le istituzioni: cercare di migliorare i provvedimenti, mostrare problemi, far correggere delle scelte. Il tutto sul filo della leale collaborazione. Dare giudizi sull’operato spetta ai partiti politici, ai gruppi in consiglio regionale, non ad Anci Sardegna. Certo è che oltre un anno fa i sardi avevano riposto una grande fiducia nell’attuale maggioranza regionale e grandi erano le aspettative: su sanità, trasporti e continuità territoriale, entrate fiscali, enti locali, pastorizia e agricoltura, industria e rilancio socio-economico, aree interne e paesi. Mi pare che ancora non si siano affrontati i nodi strutturali di questa Regione annunciati per il primo anno di legislatura. Adesso si è aggiunta l’emergenza da Covid19 che cambia tutti i paradigmi politici».
2) Non posso non chiederle dell’attuale emergenza Coronavirus: a suo modo di vedere, com’è stata gestita la situazione in Sardegna?
«All’inizio il sistema sanitario sardo non era preparato ed ha sottovalutato l’emergenza che si annunciava dalla Cina e poi dalle Regioni del nord: la mancanza dei DPI per il personale medico ne è stata la spia più evidente. Non è un caso che i problemi del contagio siano nati in gran parte in ambito ospedaliero. Poi la situazione si è assestata non tanto per grandi progressi organizzativi (sui tamponi si sta facendo un po’ meglio solo adesso), ma per il grande sacrificio delle persone durante il lockdown. La politica sarda dovrebbe ringraziare i cittadini per come hanno affrontato l’emergenza».
3) Lei è stato molto critico per come sono stati comunicati i dati dei positivi ai comuni: la situazione è migliorata? «Questo è rimasto uno dei punti non definiti e, mi sia consentito, uno degli errori più clamorosi dell’intera vicenda: il sindaco in qualità di autorità sanitaria locale scopriva dai giornali i casi di positività nel proprio comune. Una situazione solo parzialmente risolta anche grazie alla riduzione del numero dei contagi».
4) Parliamo delle misure economiche adottate dalla regione: per le sono sufficienti o si dovrebbe ancora intervenire? «Sui 120 milioni per le famiglie noi siamo stati da subito assolutamente favorevoli. Risolti alcuni aspetti tecnici adesso i fondi stanno arrivando alle famiglie. Adesso c’è molto da fare sul lato imprese: la Regione dovrebbe seguire, a mio avviso, le linee nazionali migliorandole e integrandole. Fondo perduto, liquidità alle imprese, sburocratizzazione delle procedure, detassazione. È ciò che i sardi si aspettano».
5) L’ultima ordinanza del governatore ha scatenato la rabbia di alcuni sindaci: il suo pensiero.
«L’ultima ordinanza, quella del 17 maggio va bene: il presidente ha aperto le attività in linea con gli indirizzi del Governo. Meno bene andava la precedente, ma adesso si è risolto il tutto e bisogna guardare avanti con spirito collaborativo. Ci attendono mesi difficili e bisogna unire le forze».