Le tante promesse e la potenza di fuoco annunciata da Conte con il dpcm “Rilancio” non hanno ancora avuto la giusta e attesa ricaduta sul territorio che imprese e sindacati speravano.
Il dpcm ha completato il quadro complessivo degli interventi che il governo nazionale ha posto in essere a sostegno del sistema economico e sociale nazionale e ugualmente vale per la regione Sardegna che ha provveduto a definire progressivamente un analogo insieme di interventi per far fronte alla crisi da Coronavirus.
“Complessivamente abbiamo calcolato trattarsi di quasi 400 milioni di euro variamente ripartiti tra interventi diretti al welfare e famiglie, alle imprese e tra i quali spicca la riserva a favore della filiera turistica e le risorse inizialmente dirette alla Protezione Civile – spiegano in una nota CGIL, CISL e UIL – Si tratta certamente di una cifra notevole, alla quale dovrebbero aggiungersi le risorse che, in questi mesi, si sarebbero dovute sbloccare per effetto delle azioni deliberate dalla Giunta necessarie ad accelerare le attività di pagamento delle agevolazioni ai beneficiari delle procedure di aiuti regionali”.
Dall’analisi dei sindacati emerge che gran parte di questi fondi deriva da riprogrammazioni e riorientamento di risorse, con particolare riferimento a quelle derivanti dai fondi strutturali europei, ma nel processo di riorganizzazione le parti sociali non sono per niente coinvolte.
“In una fase delicata come questa post Covid – spiega Piergiorgio Piu della UGL Cagliari – lavorare da soli non può esser produttivo ma va a creare fratture con il mondo delle imprese difficilmente sanabili. E’ fondamentale la partecipazione e i coinvolgimento di tutti per ripartire assieme e allo stesso passo, in caso contrario – prosegue Piu – si rischia di avere velocità diverse e settori fermi che porteranno nel breve periodo a vertenze pesanti”.
Un ruolo fattivo per le parti sociali e non residuale così che si possa definire anche il quadro degli interventi, come pure valutarne e monitorarne l’efficacia. “Manca un’adeguata e trasparente comunicazione all’esterno – proseguono CGIL, CISL e UIL – che possa consentire di valutare l’opportunità delle scelte che si stanno compiendo e gli impatti su cittadini, lavoratori ed imprese. Stanti i limiti di manovra della finanza pubblica, ci troviamo di fronte alle medesime risorse che solo apparentemente si moltiplicano è importante quindi capire quale sia il quadro complessivo e di dettaglio degli interventi pro Covid19 finora programmato”, concludono.
CGIL, CISL, UIL e UGL chiedono l’apertura di un confronto e un tavolo di programmazione unitario quanto prima per far ripartire l’isola ed evitare che nessuno rimanga indietro.