Pare quasi un segno. Con la fase 3 e la libera circolazione delle persone in ogni angolo d’Italia e a breve in Europa è arrivato lo sblocco della movimentazione verso il Nord Sardegna e il resto della Penisola dei capi di bestiame ovini, caprini e bovini.
Da 21 mesi, infatti, i bovini e ovini del centro e sud Sardegna per spostarsi dovevano essere sottoposti prima all’esoso esame della PCR i bovini ed ovini che devono oltrepassare la cosidetta zona di sorveglianza sostenendo un costo ulteriore di 25,08 euro a capo. Il blocco della movimentazione scattò dopo il riscontro di un focolaio del sierotipo BTV3 della lingua blu nel territorio di Teulada nel settembre 2018 che ha fatto scattare dapprima la circoscrizione della “zona infetta” in un raggio di 20 km dal focolaio e successivamente estesa a “zona di sorveglianza” per un raggio di 150 km. E anche se con i 150 km si lambivano i territori dei comuni di Orgosolo e Fonni si è deciso di estenderla a tutta la provincia di Nuoro.
Secondo una stima Coldiretti, già a febbraio, il blocco della movimentazione è costato agli allevatori oltre 121mila euro, per la movimentazione di 4835 capi, per l’esame Pcr, da effettuare una settimana prima dell’imbarco al costo di 25,08 euro. Un costo che stava limitando da una parte il settore del bovino da carne e dall’altra metteva fuori mercato la commercializzazione degli ovini.
Al momento ci sono molti animali sentinella, sottoposti mensilmente a verifiche immunitarie, risultate, nel nostro territorio del centro Sardegna, tutte negative. Cosi come lo sono stati gli esiti della sorveglianza sierologica, entomologica (trappole catturanti posizionate per gli insetti vettori ) e i controlli pre-movimentazione”.
“E’ una ottima notizia per gli allevatori del centro sud Sardegna – commenta il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. Il fardello dei 25 euro e dell’esame PCR una settimana prima della movimentazione ha limitato fortemente in particolare il settore dei bovini da carne”.