Con la rubrica del mercoledì “Una finestra sull’isola” vogliamo accompagnarvi a scoprire le bellezze naturalistiche e archeologiche inaspettate e meno conosciute all’interno delle nostre città!
La finestra sull’isola di oggi ci porterà a scoprire quella che secondo alcuni è classificata come la più antica tomba dei giganti esistente in Sardegna – scoperta sino ad adesso: la tomba Cuaddu ‘e Nixias, in sardo il cavallo di Nixias. Il nome deriva dalla tradizione popolare secondo la quale il foro al centro della stele della tomba veniva utilizzato per legare i cavalli di quella zona, chiamata appunto Nixias, un piccolo terreno poco fuori Lunamatrona, in direzione Villanovaforru.
Ma come sappiamo spesso la tradizione è ben lontana dalla realtà o comunque dice solo parte di essa. Quello che vedete infatti non era un luogo per cavalli, ma un vero e proprio luogo sacro. Una tomba per persone comuni – non per i giganti come la vuole la tradizione e anche qualche appassionato di megalitomania! – e uno spazio per cerimonie funebri per i vivi. Dalla stele infatti parte la tomba lunga dieci metri e due braccia che racchiudevano in un semicerchio i fedeli, chiamato esedra.
Qui durante gli scavi sono state ritrovate pentole decorate con triangoli e scacchi, grazie ai quali è possibile datare la tomba al 1700 a.C., dandole quindi il primato di tomba dei giganti più antica in Sardegna…e quindi ovviamente nel mondo!
Ed è all’interno dell’esedra che secondo lo storico delle religioni Raffaele Pettazzoni avveniva il misterioso rito dell’incubazione, di cui ci parla proprio Aristotele. Secondo il filosofo greco, nel tentativo quindi di risolvere un loro dilemma o nel tentativo di curarsi, i nuragici, grazie probabilmente alla magia di qualche erba o di qualche ritrovato medico dell’epoca, dormivano per cinque giorni consecutivi senza mai svegliarsi e entravano in contatto con i loro antenati.
Se vi capita, infatti, di passare da quelle parti è ancora possibile, rimanendo al centro dell’esedra, sentire la sacralità del luogo e percepire la forza dei nostri antenati.
La prossima “Finestra sull’Isola” potrebbe essere proprio la tua!
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