«Fabbricata nel 1520, con sette cappelle, ha per titolare s. Giulia. L’anteriore voleasi costrutta nell’anno MCLXX, le quali note si vedeano scolpite nella facciata». È quanto riportato nel dizionario geografico storico statistico commerciali degli stati di sua maestà il re di Sardegna dell’Angius-Casalis sulla Chiesa parrocchiale di Santa Giulia a Padria, l’antica Gurulis Vetus. 500 anni di vita, quindi, per uno dei monumenti più importanti del territorio del Villanova che saranno celebrati venerdì 22 maggio. Non una grande festa, per via delle restrizioni contro la diffusione del Coronavirus, ma sarà comunque un momento solenne e molto atteso dalla comunità. «A cinquecento anni dalla consacrazione della Chiesa – queste le parole del sindaco Alessandro Mura –, attorno alla quale si è formata la comunità cristiana di Padria, rinnoviamo, insieme, la nostra preghiera a Santa Giulia affinché possiamo avere fiducia nel futuro e in una nuova ripartenza. Il momento storico che stiamo vivendo e la gravità della crisi non ha, almeno per la mia generazione, precedenti. Ma tutti noi e a maggior ragione chi ha compiti di responsabilità, abbiamo l’obbligo di essere coraggiosi e ottimisti; dobbiamo farcela e ce la faremo; con l’aiuto e l’intercessione di Santa Giulia troveremo la forza per rinascere e consolidare il senso di comunità, partendo dall’esperienza di questi mesi, in cui tutti e ciascuno di noi, si è sentito coinvolto nelle azioni di solidarietà e vicinanza ai più bisognosi, alle persone sole e malate». Alle 9.30 il simulacro della santa sarà portato in processione per le vie del paese. Alle 11.00 è in programma la santa Messa solenne presieduta dal vescovo di Alghero-Bosa, Mauro Maria Morfino, e animata dai canti di Maria Giovanna Cherchi. «I n base alle norme vigenti, non è possibile seguire la processione e non è consentito creare assembramenti – fa sapere il comitato -. Chi vorrà potrà affacciarsi dalla propria abitazione, esporre lenzuola e tappeti in omaggio alla Santa».
Padria: la festa di Santa Giulia
