Il 20 novembre del 1989 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvava la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza: il trattato sui diritti umani più ratificato al mondo, con ben 196 Stati Parte.
La ratifica da parte dell’Italia arrivò con la legge n. 176 del 27 maggio 1991. La Convenzione, con i suoi 54 articoli, mette al centro i diritti del bambino, facendo diventare i fanciulli soggetti di diritto. Questo ha comportato un cambiamento fondamentale nella percezione che la società ha nei confronti dei minori. Nel trattato sono infatti enunciati i diritti dei quali il bambino deve beneficiare in ogni aspetto della propria vita: dal diritto ad essere protetto dagli organi competenti a quello di mantenere la propria identità, dal diritto inerente la vita al diritto a conservare la propria identità e il proprio nome. Con l‘articolo 32 si sottolinea il “diritto del fanciullo di essere protetto contro lo sfruttamento economico e di non essere costretto ad alcun lavoro che comporti rischi o sia suscettibile di porre a repentaglio la sua educazione o di nuocere alla sua salute o al suo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale o sociale“. Con l’articolo 34 “gli Stati parti si impegnano a proteggere il fanciullo contro ogni forma di sfruttamento sessuale e di violenza sessuale“.
Gli Stati parti devono anche vigilare per controllare che i bambini non vengano sottoposti a torture, alla privazione della libertà, alla pena di morte e si devono impegnare nell’estendere il diritto umanitario anche ai fanciulli in caso di conflitto bellico.
Dal ’91 ad oggi sono stati fatti grandi passi avanti e l’Italia ha continuato a percorrere la strada per rafforzare e proteggere i diritti dei minori: ha costituito una Commissione parlamentare e l’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza; in più è stata istituita la Giornata nazionale dell’infanzia il 20 novembre (che è anche la data internazionale per questa ricorrenza.). Il 12 luglio del 2011 è stata creata la figura dell’Autorità garante per l’Infanzia e l’adolescenza, che è una Istituzione indipendente, che promuove e assume la funzione di garante per i diritti dei bambini.
Purtroppo la pandemia che ancora incalza in tutto il mondo ha dimostrato come e quanto questi diritti siano labili e non sempre così scontati come riteniamo, anche nel nostro paese. Se fino a poco prima dell’avanzata del virus il numero di famiglie e persone in condizone di povertà assoluta stava lentamente diminuendo, con la crisi economica conseguente quella sanitaria ha ripreso a salire. L’impossibilità di poter garantire una linea internet per le lezioni a distanza o di acquistare un dispositivo sul quale far seguire la tanto discussa DAD sono già da sole difficoltà che vanno a minare i diritti del minore.
Nonostante i tempi bui e molto duri, però la Convenzione, nei suoi trent’anni, ha saputo invecchiare molto bene, rimanendo sempre attuale, sapendosi adattare ai tempi che cambiando, dotandosi di protocolli e iniziative a lei affini, diventando il solido scheletro sul quale fondare una società che garantisca i diritti fondamentali dei bambini e degli adolescenti.