Non c’è pace per la sanità nel Nuorese, dove insistono numerose criticità a causa dell’assenza di un medico di base in diversi centri. Tra questi Ussassai, da 3 anni in preda alla difficile condizione. Il sindaco, Franco Usai, si rivolge a Medici senza Frontiere perché venga inviata un’équipe. Il comune ogliastrino attraversa un momento difficile per cui, finora, non è arrivata una soluzione: “Siamo abbandonati a noi stessi – ha dichiarato all’Ansa il primo cittadino -, da anni ci dividiamo il medico con Seui e ultimamente riusciamo ad averne uno per quattro ore a settimana. Siamo in uno stato democratico dove il diritto alla salute è previsto nella nostra Costituzione, ma stiamo peggio di come si sta in un villaggio Sub Sahariano: lì almeno c’è l’equipe dei Medici senza Frontiere che va una volta al mese con tutti gli specialisti, qui non abbiamo neanche il medico condotto, per di più siamo un paese con la stragrande maggioranza di anziani”.
Sono parole cariche di amarezza, quelle del sindaco, che ricalcano un quadro particolarmente spinoso davanti a cui, nei giorni scorsi, insieme alla comunità di Seui era stata organizzata una manifestazione di protesta, anche allora caduta nel vuoto di un silenzio ormai inaccettabile.
“Visto che il bando per l’assegnazione dei medici nei nostri paesi disagiati e lontano da tutto vanno deserti – ha aggiunto Usai -, abbiamo chiesto alla Regione di proporre agevolazioni ai professionisti come peraltro è previsto da una legge regionale, ma non abbiamo avuto ancora una risposta”.
Il sindaco è pronto a rivolgersi al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al Papa. La situazione del centro dell’Ogliastra si innesta in un tessuto di problematiche balzate in testa alle cronache con il loro carico di rabbia e interrogativi, ma anche di singolari tentativi di risvegliare le coscienze. Pochi giorni fa, Stefania Piras, sindaco di Oniferi, ha lanciato una “provocazione” per tenere accesi i riflettori sul tema: con una ordinanza ha “vietato” ai cittadini di ammalarsi, di avere necessità di cure e farmaci e di contrarre il Covid-19. Nel testo del provvedimento si legge che la notizia della rinuncia all’incarico di assistenza primaria da parte del medico precedente era pervenuta tramite un messaggio via WhatsApp. Da allora, nulla sarebbe cambiato.