E’ arrivato questa mattina alla Stazione Marittima di Cagliari l’autobus della UGL nazionale che sta effettuando il tour di tutte le regioni d’Italia in occasione delle manifestazioni per il 1° MAGGIO con lo slogan “Il lavoro Cambia anche Noi”.
Sull’autobus il Segretario Luigi Ulgiati e il Segretario Confederale Vincenzo Abbrescia per trattare il tema specifico della GIG ECONOMY. Rispettate tutte le prescrizioni Covid durante la conferenza stampa estemporanea coordinata dal segretario territoriale UTL Cagliari Piergiorgio Piu e dal segretario regionale Sandro Pilleri.
Il sindacato ha deciso di essere al fianco dei lavoratori con 30 appuntamenti che si snoderanno lungo l’Italia e che si concluderanno sabato primo maggio a Milano per rivendicare la centralità del lavoro, andando nelle piazze, nelle fabbriche e nelle realtà produttive di tutto il Paese. Green economy, transizione ecologica, lavoro e sviluppo economico, i temi trattati dai segretari giunti questa mattina. “A Milano porteremo una sintesi di quello che è il Paese che vorremmo, affrontando anche vertenze difficili”, hanno commentato i segretari nell’annuncio del tour. Smart working, strade, infrastrutture ma anche blocco dei licenziamenti e risoluzione delle vertenze sarde.
“Due anni di pandemia hanno stancato i lavoratori ma anche questo modo distaccato di fare sindacato – lamenta Piergiorgio Piu, segretario UTL Cagliari – non riusciamo a fare un’assemblea degli iscritti e seguire le numerose vertenze e situazioni è complesso. Da zona bianca siamo ricascati in zona rossa. È stato un attimo, proprio quando noi della UGL stavamo supportando i lavoratori del settore alberghiero e della ristorazione che auspicavano una ripresa, subito negata. Oggi auspichiamo un ripresa massiccia di vaccinazioni per una svolta futura reale, diversamente paventiamo grosse tensioni sociali. L’industria sarda è la più colpita e proprio per questo abbiamo necessità che a politica tiri fuori delle idee e si occupi dei problemi reali e non delle poltrone, come la nuova reintroduzione delle province già abolite con un referendum”, conclude Piergiorgio Piu.