L’area marina protetta del Sinis è fra i tre siti pilota del progetto del WWF “Pescare oggi per domani”, fondato sull’idea di garantire un futuro alla piccola pesca.
I partecipanti al tavolo tecnico – composto dai rappresentanti dei pescatori e dai presidenti delle cooperative, da WWF e organizzazioni non governative di difesa dell’ambiente, dall’università di Cagliari e dal comune di Cabras – hanno lavorato a soluzioni condivise per il miglioramento della gestione della pesca locale e della situazione dei pescatori.
Nei 18 mesi di lavoro si è preferito un approccio improntato alla cogestione nella progettazione di nuove regole.
L’obiettivo era la redazione di un documento, già condiviso, da sottoporre al ministero dell’ambiente, per regolare la pesca professionale e artigianale all’interno dell’area marina protetta.
“Si tratta del frutto di un lavoro di un anno e mezzo – dichiara la vicesindaca e assessora alla pesca Alessandra Pinna -. Abbiamo l’obiettivo comune di proporre una strada alternativa alle strette regole del REO. Al tavolo tecnico hanno partecipato anche cinque pescatori, ognuno espressione di un diverso strumento di pesca. La scelta è stata motivata dalla necessità di far trovare specifica e piena tutela a ciascuna categoria di pescatori. Nostra priorità è che tutti trovino pieno soddisfacimento nella proposta condivisa. Del resto, il rispetto delle regole dà garanzia dell’incremento della risorsa, che viene valorizzata in termini di reddito. Auspichiamo che il vero punto d’arrivo sia il prodotto di un’area marina rigogliosa. Un prodotto di pregio, con un grande valore di mercato. E perché no, accompagnato da una certificazione di qualità!”.
Il documento dovrebbe consentire il superamento delle attuali regole vigenti, incluse nel REO, contenente disposizioni ritenute inadeguate a una pesca che possa definirsi sostenibile. Gli obiettivi sono: la sostenibilità ambientale e il rispetto del mare, ma anche la sostenibilità della pesca in quanto attività economica fondamentale per il territorio di Cabras.
I punti forti della proposta sono: consentire la pesca per un totale di 5000 giornate di pesca; un carnet da 20 giornate, dal costo di 25euro; l’adozione di un sistema di tracciamento; la proposta di un gps; ulteriori limitazioni nella pesca dell’aragosta e della triglia.
A fronte della limitazione del numero di giornate di pesca, la proposta contiene un innalzamento del numero degli attrezzi, attualmente estremamente ridotto.
“Il pagamento è stato introdotto – dichiara il direttore dell’area marina protetta Massimo Marras – come elemento di controllo della gestione ed esclude qualsiasi finalità di lucro. I pochi fondi che potrebbero generare i carnet saranno reinvestiti in attività relative alla pesca professionale, in accordo con i pescatori”.
Inoltre, tre cooperative hanno attivato la vendita diretta con consegna a domicilio del pescato, impiegando brizoapp di Legacoop come interfaccia con i potenziali clienti.
“Il piano di gestione è stato distribuito immediatamente a tutti i pescatori attraverso le rispettive cooperative – dichiara il direttore dell’area marina Massimo Marras -. Auspichiamo tutti che nel giro di pochi giorni il percorso condiviso possa trovare il proprio culmine nella comune decisione di invio della proposta al Ministero dell’ambiente”.
Per conoscere nel dettaglio il progetto pilota del WWF “Pescare oggi per domani”, è possibile visitare il sito