Il comitato Priorità alla Scuola Sardegna risponde alle dichiarazioni dell’assessore alla Santità regionale che intende chiudere le scuole di ogni ordine e grado nell’isola.
“Apprendiamo con molto sconcerto, dalle dichiarazioni rese alla stampa dall’assessore regionale alla Sanità, che l’isoola intende chiedere al governo la chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado della regione e che in ogni caso si valuterà se chiuderle direttamente, sfruttando l’autonomia e la specialità – commentano preoccupati dal comitato spontaneo Priorità alla Scuola – Si tratta di una decisione scellerata, non ritenuta necessaria dal governo nazionale neppure nelle zone rosse, invocata per giunta da chi avrebbe avuto il dovere di garantire la sicurezza sanitaria nelle scuole, l’approvvigionamento di tamponi rapidi, o almeno una corsia preferenziale per l’effettuazione dei tamponi con comunicazione tempestiva degli esiti, un tracciamento efficace dei contagi e decisioni chiare e univoche”.
Il comitato spontaneo, collegato al movimento nazionale Priorità alla scuola, che unisce genitori, alunni e operatori della scuola è nato all’indomani della lunga quarantena primaverile che in maniera collettiva ha avuto come obiettivo quello di riportare l’istruzione al centro del dibattito pubblico. Nel momento critico dell’epidemia ieri come oggi le scuole e gli amministratori comunali sono rimasti da soli a gestire la situazione e fronteggiare le criticità .
“Una decisione del genere vanifica tutti questi sforzi, costringe i genitori lavoratori a enormi sacrifici e soprattutto priva i bambini e le bambine del diritto all’istruzione e alla socialità, senza che vi sia alcuna evidenza che ciò porterà a una riduzione significativa dei contagi – Priorità alla scuola Sardegna non resterà a guardare – incalzano i membri del comitato – Ci attiveremo immediatamente con ogni strumento possibile, dalle mobilitazioni in piazza ai ricorsi se sarà necessario, contro un provvedimento inaccettabile alle attuali condizioni, che non ci vedrà silenti. La scuola non può e non deve essere sacrificata per coprire mancanze che non le appartengono”.