Sollevare un dibattito in difesa dei diritti umani lesi dalle misure restrittive adottate dal Governo italiano e da altri organi in materia di contenimento alla diffusione del virus Sars-Cov2 – sono queste le ragioni che hanno spinto un gruppo di negazionisti ad organizzare un mega raduno alla periferia di Olbia, in territorio di Cugnana.
A snidare il covo – secondo quando riportato dall’Ansa – sono stati i militari del Corpo forestale della Stazione di Olbia, che la mattina del 5 maggio hanno fermato, per un normale controllo, una famiglia lombarda appena sbarcata dal traghetto attraccato nel porto di Golfo Aranci. Marito, moglie e figli tutti sprovvisti della certificazione relativa a tampone negativo prevista da un’ordinanza regionale. I turisti si sono rifiutati di sottoporsi al test rapido antigenico nel presidio dell’Ats attivato nello scalo portuale, dichiarando di volersi mettere in quarantena in una casa in aperta campagna, a Cugnana. Nel pomeriggio i forestali sono andati a controllare il domicilio indicato dalla famiglia e hanno trovato la sorpresa: una trentina di auto parcheggiate e decine di persone radunate in una sorta di arena, con al centro un comiziante dotato di megafono.
Agli agenti della forestale non è stato consentito l’ingresso e solo alla fine del meeting, con la collaborazione dei carabinieri del Reparto territoriale di Olbia, è stato possibile identificare e sanzionare i colpevoli.
Sembra che l’incontro sia stato organizzato dall’associazione Alu (associazione libera-mente umani) che in segno di protesta ha inviato una lettera ai ministri della Giustizia, dell’Interno e della Difesa, lamentando una “grave violazione dei diritti umani”.