Nella mattinata di ieri, domenica 14 novembre, diversi sindaci e amministratori si sono riuniti nel piazzale dell’ospedale San Francesco di Nuoro. Sguardo triste, fascia tricolore al petto, sono avanzati in silenzio per far sentire la vicinanza alla sanità in affanno, per difendere le loro comunità dalle quali continuamente escono malati positivi, che arrivano in ambulanza su quel piazzale e rischiano di trascorrerci tante, spesso troppe ore.
“La situazione dell’ospedale San Francesco non può più reggere – commenta la sindaca di Fonni, Daniela Falconi. – Solo ieri un mio concittadino ha aspettato 28 ore in ambulanza prima di accedere al pronto soccorso, e se non fosse stato per il figlio e per i volontari della Pro Vita che l’hanno assistito non so cosa sarebbe potuto succedere. E questo non è un caso isolato, visto che questo dramma si ripete ogni volta che un’ambulanza parte dal proprio paese. Ci rassicurano su piani di emergenza per il San Francesco e per risolvere la criticità sui territori. Proprio mentre eravamo nel piazzale abbiamo assistito ad un sopralluogo della protezione civile sull’ospedale da campo che dovrebbe entrare in funzione ma non sappiamo quando. Chiediamo – conclude Falconi – personale, procedure, piani di emergenza chiari e operativi, assistenza. Non ci interessano ne le polemiche ne le accuse. Ci interessano i cittadini e la tenuta delle nostre comunità”.
Il sindaco di Nuoro, Andrea Soddu, che ha delegato l’assessora Valeria Romagna per l’incontro di ieri, qualche giorno fa aveva dichiarato: “Dall’inizio dell’emergenza sanitaria non ho mai voluto lasciarmi andare a polemiche che non avrebbero fatto altro che aggravare la situazione e rallentare il processo di individuazione di soluzioni ai problemi complessi e urgenti. Come sindaco ho sempre chiesto, con forza, che la tutela della salute di tutti i cittadini fosse sempre messa al primo posto e fosse l’unico faro dell’azione politica. Per questo non posso condividere né accettare l’affermazione secondo cui l’attuale condizione sanitaria cittadina sia sotto controllo e che tutto proceda secondo i piani, ovvero, che tutto vada bene. Il quadro raffigurato dalla Regione, – prosegue Soddu – se i reparti Covid degli ospedali sono arrivati alla saturazione e il pronto soccorso viene trasformato in reparto senza corrispondere ai requisiti dovuti, non corrisponde alla realtà. Contenere gli effetti della pandemia significa, necessariamente, approntare un piano di intervento di sistema che, muovendo dall’analisi del quadro, passando per la definizione del fabbisogno e la quantificazione delle forze in campo, individui soluzioni attuabili. Per la politica – conclude il primo cittadino – non è il momento di discutere su chi abbia sbagliato consentendo le aperture delle discoteche. La politica ora è chiamata a prendere provvedimenti immediati, non più rimandabili”.
Anche Antonio Fadda, sindaco di Orani, presente ieri, qualche giorno fa aveva fatto sentire la sua voce “Da alcune settimane la politica regionale insiste nel voler raccontare la favola di un’isola felice, un paese delle meraviglie che non esiste. Con insistenza ci facciamo vanto di essere zona gialla, come che fosse una medaglia di cui andare fieri. Ma tutti sappiamo benissimo che la realtà è un’altra. La situazione sanitaria è al collasso. Se i numeri sono “bassi” è perché il sistema sanitario non riesce nemmeno a fare i tamponi che dovrebbe. Ma i Pronto Soccorso sono allo stremo e nei nostri paesi il suono dell’ambulanza sta diventando una brutta abitudine. La sanità è fatta di persone che lavorano quotidianamente, con turni massacranti, ma quando le persone sono poche non è possibile pretendere miracoli. Tuttavia, si continua a raccontare all’esterno una favola che di reale ha ben poco”.
Orani, come Oliena e Silanus, vista la crescita vertiginosa della curva dei contagi, ha optato per un regime di semi-lockdown.
“Siamo stati costretti a chiudere quasi tutto – ha spiegato Fadda -. Un mini lockdown, una semi zona rossa, la possiamo chiamare in ogni modo. Abbiamo chiuso perché i numeri sono fuori controllo, 60 positivi su 2800 abitanti. Numeri che l’Ats non conosce, casi che il sistema sanitario locale non ha minimamente sotto controllo. Oggi a Orani abbiamo ammesso la resa, una scelta dolorosa e difficile. Istituzioni assenti, che ci hanno abbandonato, da soli, a contare il numero dei positivi, come ad aggiornare un pallottoliere.
Di oggi la comunicazione del sindaco di Silanus, Gian Pietro Arca, su una telefonata ricevuta nella giornata di ieri dall’Assessore regionale alla Sanità: “Ieri sera ho ricevuto una telefonata dell’Assessore regionale alla Sanità Mario Nieddu. Mi ha chiesto informazioni sulla situazione del nostro territorio e mi ha espresso la sua solidarietà per quanto stiamo affrontando, mostrandosi umanamente vicino e profondamente dispiaciuto per la nostra comunità. Siamo poi passati a discutere – prosegue il sindaco – delle questioni che, da lungo tempo, faccio rilevare in merito alla drammatica condizione in cui versa l’Ospedale “San Francesco” di Nuoro e in particolare il reparto di Oncologia, il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica e il Pronto Soccorso, nonché sulle problematiche che gravano sui vari distretti, tra cui quelle relative al Poliambulatorio di Macomer. Ho chiesto a chi debbano essere attribuite le responsabilità dello smantellamento della cosiddetta “Area Covid” istituita durante la Fase 1 presso l’ospedale di Nuoro, operazione che, a mio parere, ha mandato ulteriormente in tilt la struttura sanitaria nuorese. L’ho pregato di recarsi a Silanus per un confronto costruttivo con i rappresentanti del territorio e, nello specifico, con i Presidenti dei Comitati di Distretto, il Presidente della Conferenza socio-sanitaria, il Sindaco di Nuoro e tutti gli altri primi cittadini di centri ospitanti strutture sanitarie come, ad esempio, il Poliambulatorio di Macomer. L’Assessore – conclude Arca – ha acconsentito, garantendo la sua presenza ad un incontro che auspichiamo di concordare e pianificare quanto prima”.