“Assessore, sappia che questo territorio non ha gettato la spugna, questo territorio non è né in svendita né in liquidazione. Noi crediamo ancora in un nuovo sviluppo economico in cui il Consorzio Industriale di Tossilo avrà un ruolo importante” – queste le parole del sindaco di Macomer Antonio Onorato Succu che hanno dato il via all’incontro con l’assessora regionale all’industria Anita Pili.
Nell’incontro, avvenuto nell’aula consiliare del comune di Macomer, si è chiesta la fine della lunga fase di commissariamento dell’ente consortile e il passaggio delle competenze agli enti locali. Si è mostrato un territorio compatto, con i sindaci del Marghine uniti e pronti nel subentrare nella gestione del consorzio industriale di Tossilo, funzioni e competenze già esercitate per oltre cinquant’anni e dalle quali sono stati esautorati nel 2008, il tutto in un’ottica di sviluppo del territorio e con il sostegno di Confindustria e della Camera di commercio di Nuoro.
Molto positiva l’apertura al dialogo e gli argomenti usati dall’assessora Pili sulla fine di una fase liquidatoria rispetto alla quale deve essere aperta una immediata istruttoria con il coinvolgimento di tutti i soggetti del territorio del Marghine direttamente interessati. Quello che i sindaci unitamente chiedono è che il governo delle politiche industriali venga restituito al territorio per evitare di subire decisioni altrui, cruciali per lo sviluppo economico della Sardegna centrale. Un esempio è dato dalla improvvisa decisione di questi giorni, di porre in liquidazione la società Tossilo Tecnoservice.
“Ora ci aspettiamo un segnale di concretezza che può arrivare dalla immediata modifica del Regolamento consortile che contiene norme obsolete e anacronistiche e che, al giorno d’oggi, più che un incentivo rappresentano un freno e un ostacolo allo sviluppo di nuova impresa” – ha affermato con forza il consigliere Gianfranco Congiu.
“Urge avere consapevolezza delle problematiche che pone la gestione di un impianto complesso come il termovalorizzatore – afferma la sindaca di Borore Bastiana Carboni – . Problematiche sia di tipo ambientale che di tipo economico e occupazionale. Vogliamo essere sensibili, attenti e, soprattutto, protagonisti di quanto avviene nel Marghine, anche in considerazione delle voci di dissenso che nel nostro territorio, e non solo, si sono levate in questi anni. Proprio per questo, crediamo fermamente che la gestione dell’impianto di lavorazione e incenerimento dei rifiuti non possa essere assolutamente trattata attraverso “colpi di mano” e/o scelte calate dall’alto che presuppongono una sorta di delega in bianco, che nessuno può né vuole dare. Fermo restando che la funzione dell’impianto di trattamento dei rifiuti è, e deve restare, un
servizio pubblico e che, allo stesso modo, deve restare pubblica la sua gestione. Resto fiduciosa rispetto agli impegni assunti dall’assessore Pili e disponibile a contribuire a portare a compimento tali obiettivi. Credo inoltre che, attraverso l’azione sinergica e la collaborazione dei Sindaci del territorio, si possa non solo superare, da subito, la gestione commissariale ma anche riappropriare delle politiche di sviluppo per
essere, nuovamente, il punto di riferimento del mondo economico e produttivo”, conclude la sindaca di Borore.
A tal proposito, la sindaca di Noragugume Rita Zaru ha affermato: “Ci sono 30 giorni di tempo per la liquidazione e per le formalità di legge. Chi gestirà il termovalorizzatore? Che ne sarà dei 30 dipendenti? Mi chiedo: questa azione di quale volontà politica è espressione? Cosa si vuole fare del centro Sardegna? Quale sarà il nostro futuro? Non vedo programmi di sviluppo all’orizzonte e tantomeno stanziamenti in tal senso. Urgono risposte. Non resteremo a guardare!”.