La DAD non è il vaccino per la prevenzione della diffusione del COVID-19. Ne sono certi i membri del coordinamento dei Presidenti di Consiglio di Circolo e d’Istituto della Regione Sardegna che attraverso una nota smontano punto per punto le motivazioni che reggono l’implementazione della DAD al 75 e al 100%.
“La scuola non produce P.I.L. a breve termine, ed è palese che sia sacrificabile con il minor sforzo possibile”, commentano amari dal Coordinamento. Alle prime manifestazioni di protesta ai dpcm l’immediata soluzione è parsa quella di riaprire e garantire sostegno economico alle attività di ristorazione e bar e ancora una volta penalizzare la cultura: scuola, musei, mostre, teatri e concerti.
In Sardegna ci sono 280 istituti scolastici- di primo e secondo grado – e circa 202.000 studenti. La Sardegna è la regione italiana con il più alto tasso di dispersione scolastica – oltre il 21% a fronte di una media nazionale del 14%. Con la DAD si rischia di aumentare ulteriormente questo terribile dato. Lo Stato dovrebbe adottare tutte le iniziative affinché la dispersione si avvicini quanto più possibile al valore zero: proprio l’azzeramento della dispersione scolastica produrrebbe un aumento tra l’1.4% e il 6.9% del P.I.L..
Sarebbe questo l’obiettivo da raggiungere per il benessere sociale ed economico delle generazioni presenti e future. Accanto ai dati sulla dispersione scolastica comunicati dal Coordinamento dei presidenti di Consiglio di Circolo e d’Istituto arrivano i dati sul pendolarismo che, analizzati per tempo, avrebbero permesso di adeguare la rete dei trasporti pubblici regionali.
“Vogliamo che la rete dei trasporti pubblici sia adeguata al numero dei pendolari e viaggi in sicurezza, che abbia orari di andata e ritorno compatibili con gli orari di ingresso e di uscita delle scuole – chiedono dalle scuole – Vogliamo la certezza che i nostri figli, mentre noi siamo al lavoro a garantire l’economia di questa Regione e di questo paese, siano a scuola in piena sicurezza a lavorare anche loro per essere domani, adulti migliori di quelli che stiamo dimostrando di essere noi oggi”, sottolineano.
Ed ecco lo scenario prospettato dal Coordinamento:
- La decongestione del traffico sui mezzi pubblici grazie alla DAD creerà al momento: dei genitori costretti a stare a casa e richiedere, se il proprio lavoro lo permette, lo Smart Working (N.B. la normativa prevede che la richiesta la possano fare i genitori lavoratori dipendenti del settore privato, con almeno un figlio a carico minore di 14 anni) in quanto permane la responsabilità genitoriale sui figli minorenni (art. 316 c.c.);
- Una mancata occasione di socialità offerta dalla didattica in presenza che ovviamente andrà a generare automaticamente la necessità dei ragazzi di incontrarsi altrove in luoghi sicuramente non protetti e non controllabili come la scuola; Disparità di apprendimento dovute da assenza o non adeguata connessione internet e strumenti informatici.
L’idea di una decongestione dell’attuale sovraccarico di lavoro dei dipartimenti di prevenzione grazie alla DAD creerà invece:
- In assenza di sintomi, i ragazzi che come spiegato al punto precedente, reclameranno in altro modo la loro socialità, non potranno più essere tracciati in alcun modo, generando automaticamente altri casi di positività in ambito familiare.
- L’assenza di linee internet adeguate farà si che ci si sposti, magari in casa d’altri, per poter tentare di seguire le lezioni a distanza; Come spesso accade in caso di necessità, le famiglie chiederanno aiuto ai nonni per la gestione dei figli ed esporremo la popolazione più fragile al contagio.
Questa la realtà prospettata dal Coordinamento che chiede un fermo sostegno alle amministrazioni e al governo regionale perché come diceva il teologo James Freeman Clarke “Un politico pensa alle prossime elezioni, un uomo di stato alle prossime generazioni.”