Un Natale diverso quello del 2020 ma pur sempre Natale. Le famiglie si apprestano a fare gli ultimi acquisti per la festa più sentita dell’anno. In periodo di pandemia i supermercati sono sicuramente i posti più affollati.
Nonostante tutti gli affanni dovuti al covid e alla conseguente crisi economica, le tavole dei sardi non saranno vuote, dove non arrivano gli stipendi, soprattutto nei giorni di festa, intervengono le azioni solidali. Caritas, associazioni e liberi cittadini scendono in campo per regalare un po’ di serenità a chi non ha niente o ha molto poco.
In Sardegna i menù variano a seconda della zona, si spazia dai piatti di mare a quelli di terra. Protagonisti i pescati locali nelle zone costiere e i salumi e formaggi tipici delle zone interne. Immancabile il maialetto e l’agnello sardo. Tra i dolci sicuramente primeggia il pandoro o il panettone rivisitato in tanti modi. I più tradizionalisti non rinunceranno invece al dolce sardo tipico per eccellenza, la “seada” o “sevada”, regina indiscussa di qualsiasi menù isolano in tutte le occasioni e in tutte le stagioni. La Sardegna è anche una terra di splendidi vigneti. Non mancheranno i vini, da quelli più corposi a quelli più dolci e frizzanti che accompagnano i brindisi delle feste, e per finire il digestivo sardo conosciuto e molto apprezzato anche fuori regione, il mirto rosso.
Tante le restrizioni in termini di numero di commensali quest’anno, molte le famiglie che dovranno rinunciare a pranzare con i propri cari. Restrizioni necessarie che porteranno forse ad apprezzare di più i momenti conviviali con nonni e genitori, spesso lasciati soli proprio durante le feste, in nome di una vacanza glamour da prima pagina.
Il covid non è riuscito ad oscurare le luci degli addobbi natalizi, in ogni casa la luce dell’albero di Natale o del presepe o quella più tenue emanata da una candela rappresenterà la speranza e l’auspicio per un anno migliore.