Sono passati poco più di 6 mesi da quando Graziano Mesina si è reso latitante. Il 2020 volge al termine e forse qualcuno aspettava il miracolo di Natale che avrebbe visto Grazianeddu costituirsi. Invece l’ex Primula rossa non si è fatto vivo neanche di fronte a due eventi importanti avvenuti nella sua famiglia. Nei primi quindici giorni di dicembre infatti hanno perso la vita, a distanza di una settimana l’una dall’ altra, due sorelle, Antonia e Rosa Mesina, decedute entrambe dopo aver contratto il covid.
Mesina è stato sicuramente uno degli argomenti più seguiti da tutti i notiziari tra il mese di luglio e agosto. Quotidiani, rotocalchi, programmi tv hanno ricercato nei loro archivi la sua storia giudiziaria e ne hanno trattato le evoluzioni.
Dopo 40 anni di processi e di detenzioni, l’ex bandito sardo, il 25 novembre del 2004 aveva assaporato nuovamente la libertà, per la grazia concessagli dall’allora Presidente della Repubblica Ciampi e dal ministro della Giustizia Roberto Castelli. Per 9 anni è rimasto nella sua Orgosolo diventando una guida turistica per chi voleva visitare i sentieri impervi e misteriosi del Supramonte. Luoghi che avevano accompagnato l’ infanzia e la giovinezza di Graziano tra fughe e latitanze.
Nel giugno 2013, a 71 anni, viene nuovamente arrestato. Secondo gli inquirenti e i magistrati, Mesina era il capo di una potente organizzazione dedita a traffico di stupefacenti, furti e rapine.
Il 12 dicembre 2016 viene condannato a 30 anni di reclusione dal tribunale di Cagliari, che dispone la revoca del provvedimento di grazia. Il 7 giugno 2019 viene tuttavia scarcerato per decorrenza dei termini.
Il 2 luglio 2020 la Cassazione rigetta il ricorso dei legali e viene confermata la condanna a 30 anni. I carabinieri si recano presso l’abitazione dell’ uomo per notificare il verdetto e ricondurlo in carcere ma non lo trovano. Graziano Mesina, a 78 anni, è nuovamente latitante.
Le ricerche sono partite dal suo paese natìo, Orgosolo, dove Grazianeddu viveva insieme alla sorella. Si sono allargate a macchia d’olio in tutta la provincia di Nuoro, in Gallura, in Ogliastra, in Goceano. Un numero importante di forze dell’ordine scendono in campo alla ricerca dell’ex bandito sardo. Molte persone per un attimo ripiombano con la memoria nella Sardegna blindata all’ epoca d’oro della Primula Rossa quando Graziano riusciva a scappare dalle sue detenzioni in carcere e rimaneva latitante per lunghi periodi.
Le sue avvocate, Maria Luisa Vernier e Beatrice Goddi, fin da subito avevano chiarito che avrebbero aiutato il loro assistito qualora dovesse decidere di costituirsi.
Mesina non ha portato con sé nessun documento e nessuna valigia, avrebbe detto ai familiari di dare le sue cose ai poveri.
Il romanzo del bandito sardo continua nel più assoluto silenzio, quel silenzio che lo ha accompagnato fin dall’ adolescenza e che lui continua a perpetuare pur di non arrendersi alla Giustizia.