Un altro anno volge al termine e, come di consueto, non resta che tirare le somme.
Un anno da dimenticare, che molto ha sottratto, lasciando però l’amaro in bocca e tanta sofferenza. La seconda ondata ha colpito in maniera esponenziale il territorio del Marghine: che ha visto la morte di 20 dei suoi figli, 13 solo a Silanus.
Un anno che ha lasciato tanta incertezza, soprattutto nei giovani, tra i più penalizzati dalle restrizioni, che si sono visti portar via la scuola e ogni tipo di valvola di sfogo.
I sindaci hanno fatto tutto il possibile per contenere l’emergenza epidemiologica prendendo, talvolta, decisioni non certo facili. Un esempio sono le varie ordinanze sindacali che avevano imposto a Silanus il cosiddetto lockdown, a causa dell’elevato numero di contagiati da Covid. Con l’ordinanza dell’11 novembre, infatti, il sindaco di Silanus Gian Pietro Arca, aveva deciso di introdurre ulteriori restrizioni al fine di contenere il propagarsi del virus, portando la cittadina del Marghine a “zona rossa”; con l’ordinanza del 7 dicembre, il primo cittadino aveva confermato il divieto di spostamento e la sospensione dei servizi di ristorazione in sede, nonché la sospensione di tutte le Sante Messe.
Così come nel caso dell’ordinanza per mini lockdown emessa dal sindaco di Lei Luigi Cadau. “La scelta è dolorosa, ma non ci sono alternative in questo momento” – aveva affermato il primo cittadino. I sacrifici fatti da parte dei cittadini del piccolo borgo del Marghine non sono stati vani e ora Lei è covid free.
Ad oggi, la situazione è questa:
A Macomer sono 44 le persone positive, 2 delle quali ricoverate presso diverse strutture ospedaliere. Il numero totale delle persone che si sono negativizzate dall’inizio della seconda ondata è pari a 81. Si tratta, però, di numeri approssimativi, in quanto dal 21 dicembre non sono pervenuti da parte dell’ATS nuovi dati in merito ai casi di positività, alle quarantene e alla negativizzazione dei soggetti precedentemente positivi. Dunque il conteggio delle persone potrebbe, in realtà, includere soggetti ormai guariti e potrebbero, d’altra parte, non essere ancora stati censiti i nuovi positivi.
“Abbiamo sollecitato la ATS affinché aggiorni quotidianamente i dati, necessari sia per avere un quadro reale della situazione epidemiologica in città, che per portare avanti tutte le azioni intraprese per il contenimento del virus” – ha affermato il sindaco di Macomer Antonio Onorato Succu.
A Silanus, dal 24 agosto 2020, data in cui si è registrato il primo caso di soggetto positivo al Covid-19, le persone che hanno contratto il virus sono 274. Le persone attualmente positive, invece, sono 14.
A Borore, al 19 dicembre, sono 16 le persone positive al tampone molecolare; 27 quelle negativizzate.
A Bolotana circa 970 persone, tra cui 130 bambini si sono volontariamente sottoposte allo screening, grazie al quale sono stati tempestivamente individuati alcuni casi di positività: circa 10, specificatamente nella popolazione pediatrica, 3 nella giovane e 6 in quella anziana. Tutti sono stati sottoposti ad isolamento fiduciario nella propria abitazione e, allo stato attuale, i bambini sono guariti o si sono negativizzati. Permangono alcuni casi di positività tra i giovani e gli anziani.
A Bortigali sono 2 le persone positive attualmente, altre 8, invece, si sono negativizzate.
A Sindia i soggetti positivi sono 3, 4 le persone in quarantena fiduciaria e 7 quelle negativizzate.
D’altra parte, tanto è stato fatto e i sindaci sono stati compatti al fianco dei cittadini. Il Marghine ha attraversato giorni indigesti. Dure le battaglie di sensibilizzazione e di discussione di temi per mettere in luce le drammaticità e criticità del territorio, specialmente da parte dei sindaci di Silanus Gian Pietro Arca e di Macomer Antonio Onorato Succu, in prima fila per ottenere riscontri e certezze per tutto il Marghine, cui hanno fatto seguito tutti i sindaci del territorio uniti da uno scopo comune: fare tutto il possibile per le proprie comunità.
Dopo circa un anno, la regione Sardegna ha autorizzato la Residenza Sanitaria Assistita di Macomer all’esercizio e all’accreditamento istituzionale. Si tratta della prima RSA in provincia di Nuoro che, da novembre, può ospitare fino a un massimo di 40 persone non autosufficienti. Di proprietà della ASSL di Nuoro, la struttura è stata costruita da “Sereni Orizzonti”, che per i prossimi vent’anni ne avrà anche la gestione.
In seguito alle provocazioni mosse all’assessore regionale alla Sanità Mario Nieddu e dopo la riunione del 20 novembre avvenuta a Silanus e organizzata dal sindaco Gian Pietro Arca, l’USCA per il Marghine è stata finalmente istituita. “Un grande risultato per il nostro territorio” – aveva affermato Arca. Inoltre, il 10 dicembre, nell’aula consiliare del Municipio di Macomer, è avvenuta la presentazione dell’Unità Speciale di Continuità Assistenziale dedicata al territorio, cui hanno partecipato i sindaci del Marghine, i dirigenti scolastici, la dirigenza del distretto sanitario, molti medici di famiglia e i rappresentanti della RSA – autorizzata dalla RAS per essere utilizzata come degenza Covid. Sono stati presentati i 6 medici che lavoreranno nell’USCA con la presa in carico dei pazienti Covid positivi. “Uno strumento importante, questo, che salverà vite umane, che allevierà sofferenze, che consentirà agli ammalati da Covid-19 di sentirsi meno soli” – aveva commentato il sindaco di Macomer Antonio Succu.
Non è tutto. Dopo quasi un anno di chiusura, il centro antiviolenza per le donne del Marghine è ripartito, grazie al contributo degli assessori ai Servizi Sociali dei comuni del Marghine. Il CAV è un servizio gratuito di ascolto e di sostegno, svolge attività di tutela legale, di affiancamento e di consulenza psicologica e sociale, offre aiuti pratici e immediati per sottrarre le donne vittime di violenza alle situazioni di pericolo, formula percorsi personalizzati di uscita dalla condizione di violenza, promuove iniziative di prevenzione e di sensibilizzazione alla lotta contro la violenza sulle donne.
Foto di Mario Cossu