Ada, Angelica, Sonia, Chiara, Giuseppina, Rita e Alessandra sono le ultime vittime di femminicidio in Italia. Sette donne in sette giorni “uccise presumibilmente da sette uomini” come ci “informa” Barbara Palombelli nel corso di una trasmissione televisiva su Rete 4 da lei condotta da anni.
Presumibilmente? Tutte e sette queste donne sono state uccise da un uomo: cinque di loro dal marito, compagno o ex, una da un vicino di casa e una da un conoscente. Di queste morti sappiamo bene che non si può trattare di suicidio o di incidente fatale. Si parla di donne assassinate da coltellate, colpi di pistola e soffocate dopo essere state picchiate. Quell’avverbio usato dalla conduttrice non dovrebbe venir fuori neanche dal più cauto dei commentatori. Tanto più grave che venga fuori da una conduttrice televisiva, un personaggio pubblico, una donna che ha subìto in prima persona molestie sessuali e rimpiange, lei stessa lo ammette, di non averne denunciato l’autore.
Il messaggio di una violenza inaudita arriva subito dopo: “A volte è lecito anche domandarsi: questi uomini erano completamente fuori di testa, completamente obnubilati oppure c’è stato anche un comportamento esasperante ed aggressivo dall’altra parte?”
Domanda pericolosa e sbagliata, frutto di una cultura, quella che ancora permea la nostra società, causa di quanto succede a molte donne. Parole estremamente violente in cui sono concentrate cose da sempre combattute da chi si occupa davvero di violenza di genere e che purtroppo rivelano, confermano e perpetuano il pensiero di molti. Mettere nella stessa frase esasperazione e femminicidio non si può considerare informazione ma l’inizio della giustificazione del delitto. Parole violente ed irresponsabili, causa del silenzio in cui sono costrette a vivere molte donne e a subire soprusi, molestie e violenze di ogni tipo.
Pronta la reazione di GIULIA Giornaliste che in un post su FaceBook precisa che “le parole pronunciate dalla giornalista Barbara Palombelli durante la puntata di Forum del 16 settembre 2021 su Canale 5 e Rete 4, rappresentano una narrazione degli ultimi sette femminicidi tremenda, vergognosa e pericolosa, in palese violazione dell’art. 5bis del testo unico deontologico e del Manifesto di Venezia.”
“Insinuare il dubbio che una donna uccisa dal partner, ex partner, o dal vicino di casa, se la sia in qualche modo cercata, è un’affermazione di assoluta gravità, che ignora le regole professionali: la vittima viene così uccisa una seconda volta, adducendo attenuanti e motivazioni a favore del carnefice. Espressioni e atteggiamenti che testimoniano la totale assenza di cultura di parità e di rispetto nei confronti di madri, mogli, figlie uccise in quanto donne. Non c’è neppure nei codici penali la giustificazione degli uomini ‘obnubilati’, in preda a raptus: ci sono donne che non hanno istigato alla violenza, l’hanno subita e per questo sono morte.”
“Le Commissioni Pari Opportunità della Federazione Nazionale della Stampa, dell’Usigrai, del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti e delle giornaliste e l’associazione GIULIA (Giornaliste Unite Libere Autonome) che hanno fra le finalità anche quella di vigilare e garantire un’informazione che dia una rappresentazione corretta dell’immagine femminile, libera da stereotipi, improntata al rispetto della dignità delle donne, hanno chiesto al Consiglio Regionale competente che si apra un procedimento disciplinare nei confronti di Barbara Palombelli, giornalista professionista e conduttrice di Forum”.