In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, un video “Elini da sempre contro la violenza” verrà proiettato tutti giorni dalle 18.00 alle 20.00 da mercoledì 25 a lunedì 30 novembre sul muro di Casa Manca ad Elini. Il progetto fotografico vede anche la partecipazione delle donne di Elini, riprese nel loro abito tradizionale. Accanto ad ognuna, un paio di scarpette rosse a simboleggiare il NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE. L’evento è organizzato, nel rispetto delle norme del DPCM, dal Centro Antiviolenza “Suor Giuseppina Demuro” dell’Unione Comuni d’Ogliastra.
Le operatrici del Centro ringraziano gli ideatori del progetto che vogliono rimanere anonimi, le donne di Elini per il loro contributo alla sensibilizzazione del fenomeno della violenza di genere che stenta ad essere riconosciuto e di cui vi è ancora poca consapevolezza. Ci tengono inoltre a ribadire come il Centro Antiviolenza sia uno spazio sicuro ed accogliente per le donne che chiedono aiuto e che vogliono uscire dall’incubo della violenza domestica.
E’ completamente gratuito e le operatrici, nel pieno rispetto della privacy e dell’anonimato, offrono sostegno psicologico, consulenza sociale e legale. Sono contattabili ai numeri 366 6803600 e 366 6803601. Il Presidente dell’Unione Comuni d’Ogliastra, Ivan Mameli, dichiara “Pensare che una società che si definisce ‘evoluta’ abbia ancora oggi necessità di sensibilizzare e combattere l’attualissima piaga della violenza contro le donne rappresenta una sconfitta per l’intero genere umano. Abbiamo tutti il dovere morale e giuridico di contrastare ogni forma di violenza, in particolar modo quella subdola contro le donne. Grazie per la nobile iniziativa”.
Il Sindaco di Elini, Vitale Pili, dichiara “Ogni gesto di violenza fisica, economica, psicologica o verbale va sempre condannato. Ogni donna ha sempre il diritto di vivere la sua vita con rispetto e dignità, senza paure. Spesso il nemico risiede nella stessa casa, dorme accanto a loro, mangia nello stesso tavolo, facendo diventare quell’abitazione da rifugio sicuro a vera prigione. Non esiste una difesa se non quella culturale, insieme alla consapevolezza che le donne non sono degli oggetti di proprietà di qualcuno”.