Distanti ma uniti. Come Firenze, Roma, Faenza, Milano, Torino, Bologna, Napoli e Reggio Emilia, anche Cagliari ha aderito alla manifestazione nazionale “Priorità alla scuola”.
Questo pomeriggio alle 15:30 una moltitudine di insegnanti, famiglie, studenti e studentesse si è riunita al Bastione Saint Remy per manifestare a tutela della scuola. Dal 5 marzo tutti gli istituti scolastici d’Italia hanno chiuso i loro portoni e non si sa quando e sopratutto come riapriranno. Da allora le famiglie si sono ritrovate a gestire la didattica a distanza nel silenzio più assoluto del ministro Azzolina e del resto del Governo.
“Questo incontro è nato da una rete spontanea di genitori, insegnanti, famiglie, pedagogiste – spiega Camilla Soru, coordinatrice del gruppo e della manifestazione – come comitato nazionale Priorità alla Scuola abbiamo inviato una lettera alla ministra Azzolina il 18 aprile e non abbiamo ancora ricevuto risposta. Chiediamo di mettere la scuola al centro, un diritto equiparabile a quello della salute. Per farlo è necessario un investimento massiccio per dare nuovi spazi fisici alla scuola, più classi, più docenti – prosegue Camilla Soru – Sono richieste banali, già vecchie e chieste più volte, ma che non hanno ricevuto nessuna risposta in questi mesi. Al momento è lasciato tutto al caso, alla sperimentazione, ma noi chiediamo con forza una didattica in presenza, non digitale. Rientrare in aula in sicurezza, ma non su turni”.
Il movimento spontaneo “Priorità alla scuola” ha già raccolto oltre 90 mila firme che chiedono certezze e un piano reale su come si lavorerà a settembre. “Il ministero deve fin da ora operare per rendere agibili le strutture esistenti e per costruirne di nuove, temporanee, sostenibili – tuonano dalla piazza – Non possiamo rimandare il problema a settembre e ritrovarci a dover ricominciare con una scuola d’emergenza. Servono azioni concrete, una programmazione serrata per un nuovo inizio in presenza”.
Queste in sintesi le richieste alla ministra Azzolina che chiede il comitato spontaneo nato durante la quarantena:
- bilanciare il diritto alla salute con tutti gli altri diritti fondamentali, fra i quali quello all’istruzione, che non deve essere sacrificato più dello stretto necessario, ma anzi costituire obiettivo primario della ripartenza
- progettare e organizzare la ripresa delle attività scolastiche in presenza
- fornire un’informazione tempestiva chiara e aggiornata circa il lavoro di programmazione che il governo sta svolgendo sul tema
- pianificare il prima possibile gli accorgimenti per la riapertura di tutte le scuole in sicurezza, anche in relazione alle diverse situazioni sociali ed epidemiologiche
- riaprire i servizi educativi facoltativi alla prima infanzia, nidi e materne già a giugno e la conclusione dell’anno scolastico in aula anche per le classi che concludono un ciclo, quinta elementare, terza media e maturità
- lavorare a un piano di riapertura delle scuole e degli asili adeguato ai bisogni dei bambini e degli adolescenti, e un intervento finanziario importante per garantire tutto ciò.
“Il diritto all’istruzione è un diritto fondamentale di tutte le ragazze e i ragazzi, di tutte le nostre bambine e i nostri bambini e noi dobbiamo tutelarlo”, concludono.