Vietati gli assembramenti. Vietato anche ammalarsi?
Oggi alle 7 del mattino all’ospedale Businco la situazione era questa. Assembramenti di pazienti chemioterapici in attesa all’esterno dell’ospedale. Sono i paradossi dell’era Covid-19.
Pazienti soli, in attesa di sottoporsi ai trattamenti chemio che li sfiniscono fisicamente e psicologicamente, accompagnatori consentiti solo per coloro che necessitano di sedia rotelle – che si ritira all’interno – e che non si reggono in piedi. La fila è obbligatoria per tutti e non è breve.
Una volta all’interno si completa il triage previsto per il coronavirus. Si entra con il numeretto e a chiamare è un’infermiera sprovvista di microfono e i pazienti, continuamente speranzosi di poter conquistare l’ingresso stanno li ammassati per ascoltare. Alcuni di loro sono lì sono per le analisi del sangue quindicinali, previste dal trattamento, la chemioterapia la inizieranno domattina, quando faranno un’altra coda, nelle loro condizioni fisiche.
Poche sedie, nessuna umanità in nome del Covid-19.