Il coronavirus ha evidenziato tutte le criticità di uno stato che non ha programmato a dovere la sua crescita ma è rimasto servo dei poteri forti. E se anche il coronavirus fosse un complotto, così come i vaccini per favorire le case farmaceutiche?
I Gilet Arancioni parlano chiaro, arrivano dritti alla pancia e ai malumori delle oltre 400 persone che riempiono Piazzale dello stadio Sant’Elia.
Poche mascherine a coprire il viso di coloro che ritengono il virus poco più di un’influenza. Ma sono li per esprimere il proprio voto per “contribuire così alla liberazione del paese”. Guardia di Finanza e polizia a distanza a monitorare quella che i partecipanti chiamano assemblea.
“Non una manifestazione ma un’assemblea popolare che ha lo scopo di esprimere un voto per messa di stato d’accusa il presidente della repubblica e del governo per alto tradimento e attentato alla costituzione – spiegano nei loro flyer gli organizzatori – Questi sono i consensi che andremo a dare. Attualmente l’articolo 75 della costituzione è contrario all’articolo uno che dice che: il popolo è sovrano, mentre l’articolo 75 non permette al popolo la possibilità di esserlo perché non autorizza l’essere parte attiva dei trattati internazionali superiori alla nostra costituzione e che di fatto svuotano di validità l’articolo uno”.
I Gilet arancioni – divenuti famosi per Antonio Pappalardo, guida attiva del movimento – Chiedono una moneta complementare che “la nostra regione, come autonoma, potrebbe anche usare per pagare le tasse”. Ma invitano a dare vita ad un nuovo ordine mondiale che ripristini la sovranità del popolo e non sia servo dei poteri economici internazionali. “Sono solo 8 le famiglie che detengono tutto i soldi del mondo – spiegano gli oratori da sopra il tir azzurro – E’ necessaria una equa distribuzione che dia l’opportunità a tutti di vivere degnamente”.
Un movimento e una manifestazione che sulla scia del malcontento dettato dalla pandemia tiene banco con gli argomenti che più di tutti oggi lasciano dubbi ad un’ampia fascia di popolazione. Vaccini, 5G, tasse e mutui europei, ritorno alla lira, scuola. L’appuntamento per avanzare richieste e chiedere chiarezza è a Roma il 4 giugno.