Una scena da “urlatore selvaggio”, com’è nel suo stile dai tempi del “vaffa” solo che questa volta Beppe Grillo non urla da giustizialista come al solito, ma da accanito garantista visto che la questione lo riguarda molto da vicino.
Questa volta non cavalca lo scandalo mediatico-processuale ma “comprensibilmente” trattandosi di suo figlio, lo difende dall’accusa di stupro. Il fatto è accaduto nell’estate del 2019 nella sua casa in Costa Smeralda, dove il figlio Ciro (19 anni), tre amici e due ragazze si sono recati dopo essere stati al Billionaire.
Una delle ragazze denuncia lo stupro da parte di Ciro e i suoi amici, solo dopo 8 giorni, e non subito come avrebbe voluto Grillo. Ma lo sai Beppe Grillo il dolore che passa attraverso le donne per trovare il coraggio di superare vergogna e angoscia, sapendo di andare incontro ad un periodo in cui devi ripetere all’infinito come si sono svolti i fatti nei minimi particolari e non essere sempre creduta, riaprire ogni volta una ferita mai chiusa, far fronte ad allusioni e commenti sessisti…caro Beppe Grillo, con quelle scandalose parole hai offeso e ferito tutte le donne che hanno subito violenza.
Dopo la denuncia, la macchina della giustizia si è messa in moto e, concluse le indagini il novembre scorso, la Procura di Tempio Pausania, competente per il territorio della Gallura, sta per tirare le fila dell’inchiesta: nei prossimi giorni trasferirà gli atti al GUP (Giudice per le Udienze Preliminari) del Tribunale e si saprà allora se ci sarà un’archiviazione o un rinvio a giudizio per i quattro ragazzi.
I fatti, le testimonianze, i video e le prove raccolte durante le indagini mostrano apparentemente una situazione intricata che solo la giustizia può sciogliere.
E’ scandaloso che Grillo usi il suo potere mediatico e politico e svolga il ruolo di avvocato del figlio e non lasci, in silenzio, che sia la giustizia a decidere. Con toni a dir poco concitati, quasi furiosi, e con termini pieni di maschilismo, ha sostenuto l’innocenza del figlio e dei suoi amici dichiarando che lo stupro non è mai avvenuto essendo la ragazza consenziente, improvvisando una giustizia sommaria supportata solo dall’amore paterno.
Eccoci di nuovo, da vittima a colpevole: la stessa storia che si ripete ed espone al pubblico ludibrio chi subisce e denuncia.
Con le sue parole Beppe Grillo spiega molto bene cosa sia la “vittimizzazione secondaria”. “Le donne non sono credute, la violenza viene minimizzata, il comportamento della ragazza giudicato quasi fosse lei l’accusata!” riferisce Antonella Veltri, presidente dei Centri Antiviolenza D.i.Re.
E’ ripugnante pensare a strumentalizzazioni di vario tipo sulla pelle di chi sta subendo, sul dolore della ragazza e dei suoi familiari.
“A volte tacere in attesa che la giustizia faccia il suo corso può essere un valore”, conclude la presidente di D.i.Re, Donne in Rete contro la violenza.