“Esule giuliana n. 30001”. Cosa c’era dentro la valigia di Egea? La bambina divenuta simbolo dell’esodo giuliano dalmata – orfana di padre dall’età di sei anni perché ucciso nel martirio delle foibe – ha trasportato in quella valigia la speranza, il racconto, la memoria di un popolo. Quella memoria che questa mattina ha preso vita nell’Ecomuseo che porta il suo nome.
Egea Haffner nel suo vagare alla ricerca di una nuova vita e di una comunità accogliente ha vissuto per un brevissimo periodo in Sardegna. Fertilia, attraverso la guida di don Francesco Dapiran – di cui oggi ricorre l’anniversario della nascita – ha dato una nuova casa a una parte di quei 350 mila donne e uomini che dovettero intraprendere un viaggio di rinascita e riscatto perché esuli della propria terra.
“Celebriamo la comunità in cammino e don Francesco Dapiran ha fatto ciò che ogni sacerdote deve fare, guidare e portare in salvo la propria comunità, come fa un buon padre di famiglia”, ha commentato il vescovo padre Mauro Maria Morfino questa mattina ricordando l’opera portata avanti dal sacerdote guida degli esuli che fecero di Fertilia la loro nuova comunità.
La speranza custodita idealmente nella valigia di Egea e in tutte quelle degli esuli ha portato ad una rinascita conquistata con impegno, tanta capacità di adattamento e volontà di integrazione che ha portato contestualmente al custodire un passato difficile in attesa di poter renderlo memoria viva da consegnare alle nuove generazioni.
Oggi quella valigia che custodisce la storia della diaspora giuliano-dalmata è stata aperta e i suoi ricordi sono parte del percorso museale dell’Ecomuseo inaugrato nel padiglione delle Ex Officine. Situate sulla riva dello Stagno del Calich, le Ex Officine furono uno dei luoghi centrali nella ricostruzione di Fertilia durante il secondo dopoguerra, proprio in concomitanza con l’arrivo degli esuli di Istria, Venezia-giulia e Dalmazia. Nell’evento di presentazione del 2002 Egea era presente e ha donato la sua foto al Museo. Oggi quella foto apre il percorso che guida il visitatore in un viaggio struggente e ricco di vita.
Un itinerario open air, ricco di postazioni e strumenti multimediali, un grande contenitore digitale tutti i nomi, i luoghi, le fotografie, i documenti, le memorie, le pubblicazioni ed ogni altra testimonianza di un popolo sparso per tutti i cinque continenti del mondo. Quasi un tentativo di ricreare una nuova Casa virtuale del popolo istriano, fiumano e dalmata, in sostituzione di quella perduta.
All’evento hanno partecipato le istituzioni locali e regionali: il Sindaco Mario Conoci; la Prefetta di Sassari Maria Luisa d’Alessandro; il Presidente del Consiglio Regionale sardo Michele Pais, il Presidente del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia Piero Mauro Zanin, l’assessore regionale agli Enti Locali Quirico Sanna, il direttore della Direzione Regionale Musei Sardegna Francesco Muscolino, il senatore Carlo Doria, l’assessore algherese con delega alla Cultura Marco di Gangi, il Presidente della Fondazione Alghero Andrea Delogu, il Presidente del Parco di Porto Conte Raimondo Tilloca e il Direttore del Parco Mariano Mariani e il Presidente della Camera di Commercio di Sassari Stefano Visconti. Per l’Ecomuseo erano presenti il direttore Scientifico Dott. Mauro Rossetto e il progettista architetto Stefano Govoni.
L’intervento del presidente del consiglio regionale della Sardegna Michele Pais